Partiamo dalla fine. Ventinove luglio (ieri, venerdì). La Lega Nord decide di sospendere l’eurodeputato Mario Borghezio per tre mesi, e di sollevarlo dall’incarico di presidente della Lega-Piemonte. 27 luglio (mercoledì): la procura meneghina apre un’inchiesta conoscitiva riguardo alle oramai planetarie dichiarazioni telefoniche rilasciate dal Borghezio agli amici de La Zanzara (Radio24); l’indagine è a “modello 45”, ovvero senza titolo di reato e senza indagati.
La decisione di sospensione presa dal carroccio è la classica presa di posizione politica vuota, tanto per far calmare le acque, tanto per far sapere al Parlamento, al capo di Stato, all’opinione pubblica ed anche alla nazione Norvegia, che la punizione “esemplare” è arrivata, che tutto rientrato, che il soldato Mario sconterà la sua pena con rigore ed in regime di massima sicurezza. Ora, signori della corte, ci sta anche che la Lega decida di dare un segnale, di prendere le massime distanze dalle boiate pazzesche rilasciate da un suo storico tesserato, ma in realtà, ben lo sanno Bossi & Co., la punizione è farlocca, rimane nell’aire, e la sospensione non esiste.
Che significa sospendere per tre mesi dall’Italia un deputato europeo?! Significa forse che non può varcare le sedi della Lega italiane per 90 giorni? O che non può telefonare ad alcun suo compagno padano, e che a questi sia assolutamente vietato parlargli od ancor più guardarlo negli tra le lenti degli occhiali per tale lasso di tempo?
Appurato che potrà fare e dare interviste e libere dichiarazioni a mezzo stampa, radio e tivvù, abbiamo ben inteso (come volevasi dimostrare) che la sospensione comminata dal carroccio non può essere presentata come prova attendibile, ed il fatto, signori verdi leghisti, non sussiste. Quanto al sollevamento del soldato Mario da presidente del carroccio-Piemonte, ho i miei dubbi che il Borghezio, seppure legatissimo alle proprie terre e sempre volto ad ottenere onoreficenze le più variopinte e stravaganti padane, si possa risentire o strappare le larghe vesti per la rimozione di un titolo tanto di sapor territoriale quanto privo di ogni pratica operatività. Non sarà certamente questo a precludere al soldato Mario di esprimere le sue funzioni di commilitone della “Lega d’azione” (come si definisce egli stesso), e di stare a contatto con la “sua” gente, con il “suo” popolo.
Ora, la logica dice che deve essere il Parlamento di sua provenienza (del Borghezio, ndr) che teoricamente deve prenderne una decisione concreta, e questo non è avvenuto, quantomeno ancora non è avvenuto. Poi, se davvero la Lega vuole e voleva punire Borghezio, ed è nei suoi legittimi poteri, o lo cacciava dal partito senza se e senza ma, oppure, ancor più legittimamente, non faceva nulla, senza infliggere i soliti provvedimenti farsa, all’Italiana, che son fatti solo per la forma e la salvaguardia della fottuta real-politique e che, invece, nella sostanza, sono come il nulla mischiato col niente.
Se partiamo dall’inizio della storia, svoltasi nelle frequenze frequentatissime de La Zanzara del duo lescano Cruciani-Parenzo, non ci deve essere, e non vi alcuna ombra di dubbio rispetto alle dichiarazioni di Mario Borghezio: assurde, farneticanti, pazzoidi, usate l’aggettivo o l’avverbio che più vi sovviene, io continuo a dire ad voce e con fervore che rappresentano una grande boiata, una boiata pazzesca.
Ma vorrei urlare con la stessa forza la libertà ed il diritto di Mario Borghezio di poter dire e di fare le dichiarazioni che egli voglia, a meno che non vadano incontro ad un tipo di reato e, nella fattispecie, non ci pare questo il caso. Non lo diciamo noi, lo dice la stessa procura di Milano ed il buon procuratore Spataro, che apre il fascicolo-Borghezio e la sua inchiesta conoscitiva con il famigerato “modello 45”, cioè senza titolo di reato e senza indagini. E allora, ma che vuol dì? Apriamo un’inchiesta, dei pubblici registri, una quantità infinita di protocolli (si sa, la burocrazia italiana), non mandiamo dipendenti e pubblici ufficiali in vacanza, e poi, alla fine, neppure uno stralcio di ipotesi di alcun tipo di reato?? Maddai, suvvia. Ma che ci state a raccontà? Senza titolo di reato e senza indagini, ma ve ne rendete conto? Se non ce stà il reato e pure non ce stanno le indagini, mi spiegate perchè cazzo viene aperta un’indagine? E’ per quella mania e persecuzione tutta italica, che prende il nome di presunzione di colpevolezza o di reato? E’ che, intanto apriamo un’inchiesta poi, chissà, qualcosina potrebbe venir fuori, qualche prova la troviamo dai valà. Oppure è tanto per dare una “lezione” al soldato Mario, così come di cui sopra, per “l’esemplare” punizione inferta dalla Lega; si vuol dare un segnale all’opinione pubblica, che anche la Legge e la Giustizia sono attente, hanno le antenne ben diritte quanto i capezzoli che escono dall’acqua nelle giornate ventilate.
Il solito segnale fasullo, la solita frequenza che non prende, tanto poi, già lo sapete, non se ne farà nulla, ed allo scalpore mediatico e fiati di tromba iniziali si arriverà ad tenue suono di violino zigano, ad un classico e prevedibile nulla di fatto, ad una delle più scontate archiviazioni. Tempo un mese, o forse solo il tempo che il soldato Mario torni dalle sue vacanze in montagna, tra due settimane appena.
Difenderò sempre il diritto di chiunque a dir quello che vuole e crede, anche se fosse, come nel caso delle parole di Borghezio, una terribile e barbara assurdità , ma la può esprimere, perchè non siamo ancora in uno Stato di polizia della parola e delle opinioni, e questo lo dovrebbe saper bene anche il procuratore aggiunto Armando Spataro, che tanto e bene si è occupato e si occupa di temi di mafia e legalità.
Poi, diciamocela tutta, non alcun senso aprire un fascicolo e chiamare a deporre un cittadino solo perchè ha detto una cazzata gigantesca, solo sulla base di parole che, seppur abbiamo mancato di rispetto ai tantissimi familiari delle giovani vittime norvegesi, non posso essere considerate la prova di un bel nulla. Mario Borghezio ha detto un’immane fesseria («buone alcune delle idee espresse» da Breivik «al netto della violenza, in qualche caso ottime») e forse non è neppure quella più grande tra le tante espresse (vedi la recente su Mladic, considerato quasi alla stregua di un eroe), ma da qui a considerarlo un pericoloso e facinoroso reazionario nazista che, con la sua sola favella, potrebbe far muovere migliaia di reazionari xenofobi con lui, beh, ce ne passa davvero tanta di acqua sotto i ponti piemontesi.
E c’è addirittura chi lo vuol bandire da ogni mezzo stampa, chi ha criticato aspramente La Zanzara perchè gli ha “fatto dire” quelle cose tanto mostruose. Altra assurdità, un giornalista deve sempre uscirne con una notizia, e non è altro quello che han fatto Cruciani-Parenzo, bravi a “spingere” Borghezio ad esprimere il suo sincero pensiero. Poi, conoscendo il personaggio mai nuovo a simili uscite, penso che la cosa migliore sia non dare troppa importanza a tali dichiarazioni, e non alzare polveroni che non fanno altro, quello sì, che accrescere la popolarità del signor Borghezio e delle sue farneticazioni, sortendo l’effetto opposto da quello voluto. Che la stampa faccia la stampa, che la magistratura apra inchieste sulla base di prove, e che a noi tutti non sia negato il sacrosanto diritto di dire una cazzata.
A tutti, Borghezio compreso.