Ci eravamo lasciati con la conferenza stampa fiume (oramai un must per Don Aurelio) in cui il padrone azzurro lanciava messaggi non troppo velati alla procura di Ciccio Raiola e, di fatto, blindava magistralmente Marechiaro Hamsìk.

Da lì ne è passata di acqua nei ruscelli della Filmauro Napoli, in particolare in quel di Dimaro (TN) cittadina quieta quieta, che è stata letteralmente inondata non solo dai tantissimi tifosi partenopei, ma soprattutto dall’uragano De Laurentis.

Dopo la carnevalata della presentazione in “faccia di leone” da parte di Inler, Peppino Aurelio presenzia e, di più, presenta tutte gli altri neo arrivi azzurri.

Donadel, Dzemaili, Britos, Santana, Rosati e pure il terzo portiere Colombo: lui c’è sempre, microfono chiodato ai polpastrelli, e via con lo show, e guai a chi lo interrompe.

Due giorni fa, nella fin qui tranquilla e pacata Dimaro, si svolge la festa di presentazione del Napoli in vista della stagione 2011-2012. Peppino De Laurentis è sempre lì, in prima fila, capelli incollati e fare tra il padrino ed il guascone, pronto ad azzannare la scena. L’organizzazione della serata l’avrà studiata sicuramente da tempo, Don Aurelio: palco con trombettisti e cantanti della “bella Napoli”, presentatore d’eccezione (Raffaele Auriemma, voce azzurra di Premium, ndr) e clima caldo da prima-cinematografica. E così, dopo le prime presentazioni di giuocatori passate abbastanza in cavalleria, il sor Aurelio si impadronisce totalmente della scena; balla con Lucarelli, incensa Hamsik e calma la gente che ne vuole ancora il salto anti-Milan, canta balla e dà pure tre quattro interviste en passant, così per non farsi mancare nulla. Vorticoso.

Passano meno di 24 ore ed ecco la conferenza stampa di Mazzarri, con al sui fianco Donadel, neo acquisto proveniente dalla Viola. Passano una manciata di minuti, trascorsi nell’assopimento generale delle classiche dichiarazioni a stampino di allenatore e giocatore che, ecchèlo lì, chi ti si vede, Aurelione Nostro in casacca Napoli calcio e tennis, che si mette alle spalle di Donadel fingendo di passare inosservato, ridendosela compiaciuto quando la folla giornalistica non può che acclamarlo. E la scena non può che essere sua.

Mazzarri (che non gradisce troppo queste intromissioni) è praticamente accantonato e messo da parte, di Donadel non ce ne si accorge neppure (si vocifera che qualcuno in sala abbia chiesto: “ma chi è il biondino con la parrucca?”), ed il palco è di nuovo Suo, si apre un nuovo sipario aureliano.

Ad ogni domanda risponde con lunghi pistolotti flemmati ad arte, trovando la definitiva pace con Walter (si abbracciano, Mazzarri un pò a fatica, ma vabbè) e lanciando nuovi titoloni a nove colonne per i quotidiani pronti a riattivare le rotative: “Se arriverà qualcuno a portarci i 31 mln della clausola di Lavezzi, non potremo far nulla, gli organizzeremo una grande festa al San Paolo, e poi ne compreremo un altro; non so chi, forse Jovetic (e guarda Mazzarri)?” Istrione e giornalistico.

Eccoci ad oggi. Allenamento al centro sportivo, nel rettangolo Mazzarri impartisce lezioni e poi partitella, con tanto pubblico sugli spalti. E chi ti vai a trovare più o meno a metà-bassa gradinata? Ma chi se non lui, Peppino (ma a questo punto anche Totò) De Laurentis, impegnato in un’altra nuova ed esilarante trovata, “il comizio in tribuna”, inaugurando un’altro modo di fare di calcio e comunicazione.

Questa davvero ci mancava, ma dovevamo aspettarcela da un Giamburrasca come l’Aurelio. In pochi minuti ne ha per tutti, e mette ogni cosa nel suo minestrone della valle degli orti. Dà dello “scapigliato” al Pocho Lavezzi, promette di “stritolare le palle” al procuratore dell’argentino, Mazzoni, fa dietrofront su Jovetic, si traveste da medico ed analizza l’ecografia di Cavani, prima di farsi nuovamente acclamare definendo i tifosi napoletani “i veri insostituibili”.

Fin qui uno spasso, interpretazione alla Masaniello, poi, immancabile quando tiri troppo una corda che hai già usato per tre giorni assai, La Cazzata. Essì, quando si entra nel tema del “prestito” dei club alle rispettive nazionali, Benito Aurelio sbotta: “le nazionali devono essere lasciate ai giocatori giovani che devono mettersi in mostra, non alle stelle affermate. Per me Messi che va alla Coppa America è un cretino, perchè dovrebbe dire di no, non ci vengo, e dire Io ho il mio BARSA’, e sto bene qui”

Che aggiungere di più. Nulla, solo i titoli di coda, ed un nuovo coro made in Aurelio: VIVA IL BARSA’.
 
 
 
 
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