Ha appena sette anni, è argentino come l’omonimo idolo blaugrana (Messi, chissennò), si chiama Ángel Coira, e dal 6 settembre prossimo farà parte del primissimo settore giovanile dell’immensa Ciudad Deportiva di Valdebebas.
Il Real, per accaparrarsi le gesta del niño Leonel, ha dovuto fare a spallate con i cugini colchoneros dell’Atletico di Madrid, ed ora spera di avere, come gli odiati del Barça, un piccolo fenemeno tutto blanco da coltivare e far crescere nelle giovanili della cantera, che possa far concorrenza alla pulce Messi, di cui è praticamente omonimo. Un primo indizio almeno c’è. Il mini-merengue sarà entusiasta di giocare nella città del Futbòl e di sognare di vestire la camiseta blanca calpestando l’erba del Santiago Bernabeu ma, non c’è ombra di dubbio, ad oggi il vero affare lo fa la famiglia del piccolo Ángel che, già con il figlio maggiore che ora appartiene al Real Valldolid, ha sempre voluto per lui un futuro da calciatore professionista. Il padre del baby Leo dichiara che la famiglia non riceverà nulla dalle casse Real, che gli pagherà solo le spese di trasporto, e che il contratto prevede moneta solo dai 16 anni in su. Sarà.
Certo è che le società più lungimiranti, come lo sono Real, Barça e Manchester, investono parecchio sulle giovanissime leve del calcio mondiale, soprattutto sudamericano, svezzando i ragazzini non solo dal punto di vista calcistico, ma creandogli attorno strutture all’avanguardia capaci di educarli, e di farli studiare, imparare, conoscere, con l’unico comune denominatore dato dal marchio e dal brand del club che lo sta “allevando”. Tutte cose che nel loro paese di origine magari non potrebbero mai avere, o permettersi.
L’articolo sul blog “LA PELOTA NO DOBLA”
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Salve anonimo, questo è quello che mi fornisce la stagione estiva, sempre avara di notizie da copertina. Proponi argomenti e…firmati. A presto