Mi son detto, dopo birra gelida e doccia bollente per levare le tossine di una mezza settimana lavorativa, “questa volta ci provo!” A far che? A non togliere l’audio dell’inizio di Serbia-Italia, perchè avevo una discreta voglia di vedere questa nazionale dalla forte impronta prandelliana, sull’ostico e bollente Marakana di Belgrado. Perchè dovrei togliere l’audio? Perchè c’è ancora lui, al microfono, la sciagura Bruno Gentili.
Gara subito scoppiettante. Prima azione rosso-Serbia, e primo pericolo, con Buffon che goffamente non trattiene un sinistro dalla lunga distanza, ma la difesa azzurra è pronta a rilanciare. Capovolgimento di fronte: Marchisio si incunea centralmente nella fontina slava e ed infila l’estremo difensore con un bel tocco di destro mezza punta. E’ il vantaggio Italia, dopo appena cinquantaquattro secondi dal fischio d’avvio. Roba d’altri tempi.
E qui, signore e signori, amici sportivi appassionati di grandi eventi pallonari, arriva l’esultanza alla rete che neppure il peggior Civoli, ma neanche un Galeazzi ubriaco fraccico, e tanto meno un qualsiasi tronista di “Uomini e Donne” avrebbe mai potuto pensare, e che, invece, il nostro Bruno “tristezza” Gentili riesce addirittura a realizzare, in eurovisione, dalla postazione cronaca più prestigiosa d’Italia: “Ed ecco che arriva il goal di Marchisio, un goal che RIANIMA l’Italia, che poco fa aveva subito una pericolosa azione serba”.
Senza commento, senza parole. Come il prosieguo dell’incontro, che rigorosamente ritorna in versione mute. Sull’inadeguatezza del povero Bruno non è più possibile sprecare altri sostantivi, aggettivi, dispregiativi. Ma arrivare a dire che una squadra nazionale di prima fascia sia già da rianimare dopo neppure un minuto di giuoco, senza tra l’altro aver preso alcun goal, significa oltrepassare il ridicolo dilettantismo, oltre all’ennesima, e non richiesta, conferma della sua totale inadeguatezza. Ed il fatto, lo sapete qual è? Dice tali abominevoli stronzate perchè è assolutamente un pesce fuor d’acqua, non sa fare questo mestiere, tanto da non riuscire a seguire neppure l’azione più semplice e scolastica. Così, che fa, dice la prima scemenza che gli capita per la zucca, non perchè l’ha pensata, ma perchè l’ansia lo attanaglia, lo sovrasta, lo rende quello che è. Tutto, meno che un telecronista di calcio. Tutto meno che un professionista, e che cazzo.
E allora, Gentili, tornatene finalmente da dove sei venuto, da quello strumento che maneggiavi con tanto ardore e maestria, in quel palcoscenico dove veramente eri tra i numeri uno: la radio. E non costringere un intero popolo a dover sottoscrivere a tutti i costi, contro voglia, un costoso abbonamento a Sky, solo perchè vuole godersi lo spettacolo dell’Europeo, seduto comodo al bar o sul sofà, senza dover arrivare a premere il tasto dell’audio. Non privarci di uno dei diritti più inalienabili dell’homo italico: la partita della nazionale (con rutto all’aglio incorporato), in santa pace od in trance agonistica, ma senza l’assillo dal tuo assurdo, irritante e compassionevole lamento.
Vattene, Bruno, ora che sei in tempo! E noi tutti potremo dire, issandoti a martire azzurro: “L’ha fatto per noi!”.
Concordo. Oltre ad essere molto scarso è proprio fastidioso.