La notizia dell’ultimo secondo è la nomina da parte di nonno Napolitano del sommo Mario Monti a senatore a vita. E’ il primo vero atto politico nel primo giorno DB (dopo Berlusconi), che apre scenari molto più “tecnici”. Il nome del professore non esce certamente a caso, e questo vitalizio parlamentare (un’altra grande assurdità del Belpaese) lo mette in pole-position per guidare un nuovo affollato governicchio di larghe intese. 

Napolitano, con una decisione decisamente a sorpresa, anticipa nettamente le mosse del Cav., bastonato sonoramente anche nel suo primo giorno di “ferie”, con la fuoriuscita ufficiale di un gruppo Pdl anti-urne, e con la solita (ma coerente) Lega che annuncia il solito niet nel caso vi sia il pacchetto-pensioni all’interno del maxi emendamento europeo. Nulla di nuovo, certamente, ma ad oggi pare indebolirsi l’idea di un governo Alfano.

Mentre la legge di stabilità varca la soglia del Senato, si riducono i tempi delle dimissioni del premier, annunciate addirittura entro questa domenica. O magari dopo il posticipo Fiorentina-Milan.

Il disegno presidenziale è chiarissimo: anticipare la figura istituzionale pronta a guidare l’esecutivo salva-crisi, facendo in modo che anche parte degli anti-Cav. appoggi il maxi emendamento, onde evitare il solito stucchevole balletto di bozze e contro bozze, causa i ritriti veti da vecchio feudalesimo di Bossi & Co. L’idea è quella di creare un’amalgama allargata a Casini, Terzo Polo e Pd ed escludere gli estremi, in pratica facendo fuori gli uomini padani. Con il Senatur che ha quasi esultato alla prospettiva di fare opposizione, habitat ideale per far tornare la vera rude e ruspante Lega di protesta, non più incatenata da vincoli di palazzo. Certo è che pare impensabile che Bobo Maroni, il ministro più apprezzato a livello bipartisan, possa starsene fuori dalla stanza dei bottoni. Altrettanto impossibile che non segua la base Bossi-Calderoli, creando di fatto la prima scissione leghista. Sarebbe auspicabile, ma rimarrà solo un sogno d’autunno.

E Tonino Di Pietro? Punta diritto alle elezioni, contravvenendo di fatto ai semi-soci del Pd. Come la Lega, ovviamente, l’Idv è un contenitore che tende ad espandersi in maniera esponenziale nei momenti di crisi e di anti-politica. Proprio per questo il contadino di Montenero di Bisaccia non accetterà mai compromessi intermedi che allontanerebbero il progetto “urne subito”.

Previsioni, supposizioni, congetture. Ma intanto a Palazzo Madama apre il nuovo ristorante Mario Monti. Prezzi popolari e cucina di unità nazionale. Si accettano prenotazioni.

 

 

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