Dopo le ovvie e palesate perplessità riguardo all’incostituzionalità dei tagli tanto corposi quanto virtuali alle giunte provinciali, ecco che arriva implacabile e senz’appello la seconda sottolineatura da matita rossa nei riguardi della banda dei tecnici bocconiani. Anche la misura che vorrebbe tassare i capitali rientrati con il famigerato scudo fiscale pare che sarà di complicatissima (per non dire di impossibile) applicazione.

Sono infatti gli stessi tecnici della Camera (mica bau bau micio micio) che informano i lauti professori sulla concretissima possibilità che tali beni siano già stati reinvestiti o trasferiti, magari a Vaduz o ad Antigua, tanto da risultare assai ostico (per usare un eufemismo montiano) reindividuarli e sottoporli a nuova imposta. Per non parlare della solita mannaia di incostituzionalità che aleggia pure su questo provvedimento full Monti, che spingerà i detentori dei capitali scudati ad agire tramite una pioggia fittissima di ricorsi. Che, si mormora nei corridoi di Palazzo Chigi, avranno ottime possibilità di essere accolti. Te pareva. Più che il governo dei tecnici, ridefinito subito quello dei Professori, ribattezzato quello delle tasse, ad oggi ci pare molto più realisticamente quello delle orecchie da asino. Da mandare dietro alla lavagna, senza pranzo ne’ ricreazione. A studiare! Vergogna!

E nell’attesa dell’inutile e superfluo incontro di stasera con le parti sociali medioevali (CGIL, CISL, UIL), preghiamo il Dio Bocconi che non venga limata e limitata anche l’unica vera e coraggiosa misura di questo pacchetto tutto-tassa, vale a dire la riforma delle pensioni. Quella dell’unico ministro che ha parlato schiettamente di numeri e di atti concreti. Quella Fornero tanto vituperata per le sue due lacrimuccie di “sacrificio”. Ma anche l’unica che finora ha fatto le cose per bene. E nel rispetto di tutte le regole costituzionali.

 

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