Si chiude con il classico pareggio tra sostenitori e detrattori il sondaggio che si proponeva di tastare il polso ai primi cento giorni del Full-Monti governament. Metà della platea votante è pro-tecnici, la restante boccia l’operato dei bocconiani. Unica sottile sfilatura è data nella preponderanza, tra i No-Monti, del giudizio più rigido e deciso: quello dell’insufficienza netta. Che potrebbe far propendere ai punti per una leggera vittoria degli insoddisfatti tecnici, ovviamente in zona Cesarini. Tant’è, se ci pare.

E’ un giudizio, quello espresso dai mlònlettori, che va in controtendenza rispetto a quello che è il generale lisciamento di pelo a favore del Proffe in questi suoi primi tre mesi di vita. Questo fa certamente onore a Voi lettori, che siete riusciti ad andare oltre questo totale appiattimento di consensi, talvolta stucchevole. E molto spesso etichettato.

Il mio personale voto è positivo (un 6,5 calcistico) anche se si può – e si deve – fare ancora molto di più. L’insediamento di un governo senza bandiera (fatta eccezione per quella della Bce) sta permettendo a Mariotto Monti di godere di enorme credito, e di poter realizzare cose impensabili per chiunque altro premier. Anche i sindacati, con mio vivo stupore, stanno parecchio lasciando fare. E questo, s’intenda, è un enorme bene. Monti non deve rendere conto nè alle clack, nè alle lobby, e neppure ai famigerati Grandi Elettori. E inoltre questo variegato ed atrofizzato Parlamento fatica a trovare il coraggio di fargli opposizione, perchè si traccheggia assai e si pensa più che altro a come mettere in piedi il nuovo carrozzone elettorale targato 2013. Con lo spauracchio realissimo della ricandidatura del Mario nazionale…

In questo campo di gara assai favorevole, sia in casa, con addirittura anche il Berlusca che inizia a pronarsi a Mario, sia in trasferta, dove non si contano più gli “olè” di entusiasmo al passaggio europeo ed oltreoceano del Nostro, ecco che in questo quadro iper-idilliaco forse qualcosina in più era lecito attendersi, da Palazzo Chigi e dintorni. Bene, anzi benissimo, la riforma delle pensioni, che avvicinano il Belpaese al terzo millennio e lo allontanano dal Medioevo. Meno bene la pioggia di tasse di Natale, che stanno affossando le tasche dell’homo-italicus. Ora serve metterci più coraggio, meno equità e maggiore riforma, nel vero senso della parola. La Monti-band deve giuocare all’attacco, senza farsi intimorire. Si faccia questa drastica e benedetta riforma del lavoro, così come l’ha pensata Lady-Fornero, senza ammicchi e ripensamenti. Si liberalizzino tutte le categorie, partendo da farmacisti, avvocati e tassisti. Si operi d’urgenza nel sistema giudiziario italiano, rendendolo più snello e meno opprimente. Altrimenti gli investitori preferiscono Austria e Svizzera. Si faccia un grande piano di infrastrutture, partendo dal sistema carcerario. Si metta un tetto agli stipendi degli alti Papaveri e manager italici, che sono il cancro più marcio del tessuto economico nazionale. Perchè il dottor Manganelli non può guadagnare il doppio di Obama, e quando i presidenti di CIA, Federal Reserve e Banca del Giappone messi assieme. Perchè questo è un insulto all’intelligenza planetaria.

Non siamo nè stupidi nè tanto meno giriamo col prosciutto che ci affossa le pupille, e sappiamo bene che questo esecutivo in una manciata di settimane ha fatto già di più degli innumerevoli governi di ogni bandiera e colore che si sono susseguiti per oltre quarant’anni. Ma vogliamo ancora di più, ed è necessario fare ancora tanto di più. Perchè mai nessun altro consiglio dei ministri ha avuto sì tanto suffragio e libertà d’azione come questo. E allora, perchè non sfruttarli al massimo?

 

 
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