Tra inverno e primavera fui colto dal folgorante quanto illusorio abbaglio che gli Europei fossero irradiati anche sul salvifico satellite made in Sky. Ma fu solo una vile allucinazione, per l’appunto. Perchè poi scoprii la triste ed impietosa realtà dei fatti, quella cioè che ogni secondo dell’europeo ucraino-polacco sarebbe stato interamente trasmesso da Nonna Rai. E che cazzo! Aggiunse il mio intestino. E ne aveva ben d’onde. A distanza di due settimane dall’inizio del primo torneo continentale dell’Est, infatti, ecco che la misura si è fatta davvero colma, e satura. Come una carmensita che sbrodola caffè per l’attesa, come un bidone della monnezza partenopea, come un tombino esausto in attesa di uno spurgo che non arriva mai. Le solite insulse e rimescolate facce che da oltre un ventennio ci stanno smaciullando fegato e testosterone, con questa euro kermesse hanno veramente toccato il sottofondo del barile più raschiato.Mattina, pomeriggio, sera e pure notte, lo scempio insulso delle banalità più ritrite ed antiprofessionali del carrozzone di viale Mazzini continua a rovinare e disgustare i palati nazional popolari di quell’enorme platea che vorrebbe semplicemente papparsi qualche mezzoretta di buon fùtbol e decenti opinioni al merito.

Ma a casa dell’esosa ed arci evasa Nonna Rai, tutto ciò non è nemmeno immaginabile all’orizzonte più lontano. Ed è inspiegabile e largamente inaccettabile che con oltre 1,5 MILIARDI DI EURO uno Stato che si ritiene all’avanguardia possa esprimere un prodotto così qualitativamente insufficiente e ampiamente fuori da ogni concetto di televisione di servizio pubblico. Il telespettatore italico paga per vedere il peggio che vi è in circolazione. Questa è la triste e secolare situazione in cui stalla miseramente la tivvù di Casa Italia.Perchè un qualsiasi network privato lombardo o romano potrebbe far meglio di Franco Lauro & soci. Certamente anche quei casinisti di 7Gold con Corno e Crudeli saprebbero intrattenere per più minuti un pubblico tanto ampio quanto assai poco esigente come quello pallonaro. Basta far vedere e rivedere le azioni più salienti, magari con una spruzzatina di moviola quà e là, ed esprimere più o meno pacatamente un’opinione calciofila che al limite può anche sfociare nella discussione polemica da bar. Con lo sfotto’ ed il sorriso beffardo stampato sulla bocca. Che non è mica un insulto od una bestemmia. Ma che a casa di quella bigotta ed ipocrita di Nonna Rai ancora non è concesso. Perchè quell’arciprete di Jacopo Volpi pensa bene di far montare l’intervista sul Cassano-gate-gay decurtandola della sua principale essenza: l’epiteto “frocio”, ovviamente. Neanche fossimo ai tempi dell’inflessibile Maria Montessori.

Che vergogna, Mamma Rai. Questi, cari drogati pallonari, sono gli effetti di una desueta televisione di Stato che si affida ancor’oggi ai lotti della Politica e che è costretta a mantenere a vita un branco di vecchi incompetenti che, in condizioni di concorrenza meritocratica, neppure potrebbero sedersi alla mensa di una redazione sportiva che si rispetti. A Mediaset, Sky, ma anche a Telelombardia, Telenova o Antenna3, gente come Paganini o Paris farebbero fatica a trovare posto anche come portantini o tagliacarte. Invece alla Rai questo è possibile, perchè Essa è fuori da ogni logica di mercato e di competizione. Perchè alla Rai contano le raccomandazioni del politico di legislatura. Perchè a Rai Sport nulla cambia o nulla cambierà mai, fino a quando morte non separi Bisteccone da Capretta Cucci, piuttosto che Andrea Fusco da Fabrizio Failla.

Ma noi non ci stiamo, noi incalliti ed ingialliti appassionati della prima ora del calcio anni ’80 non vogliamo starci. Perchè Paolo Valenti e la sua banda di epici inviati della domenica erano e resteranno il non plus ultra, ma i tempi son cambiati da mo’, e oggi non possiamo più davvero sopportare le grinfie cupe ed incapaci di una serie di personaggi che ancora si osano definire giornalisti sportivi. Se si ha avuto il vile coraggio di dar un calcinculo e pensionare Maffei e Carlone Nesti, perchè non è possibile farlo con quell’inetto di Bruno Gentili o con quel senil energumeno di Mario Montante Mattioli?! Ci pensiamo noi, allora, a compiere quel repulisti globale che nessuno da qui all’eternità avrà mai il coraggio di fare nel Paese dei Balocchi Rai. Perchè nessun Governo mai avrà quel minimo di coraggio testicolare che è necessario per privatizzare una delle zavorre di costi e casta più imponenti d’Italie. E allora, già da domani, e senza attendere il ritorno da Danzica, Cracovia e Kiev, è ora di finiamola, è ora di andartene, Rai Sport.

Vattene Collovati, e torna accanto a Caterina a Odeon Tv, così lì potrai specchiarti come un adone erremosciato e godere dei tuoi monologhi lapalissiani del senno di poi (“Io l’avevo detto, l’avevo detto, dovete riconoscermelo”). Vattene Dossena, altro banal-fenomeno che detiene sempre la verità: ma a posteriori. Vattene D’Amico, che dopo quindici anni di telecronache non smette ancora di balbettare sottovoce.Vattene Varriale, insolente ed incompetente permaloso. Vattene Gianni Bezzi, perchè non bastano presenza scenica e collo taurino per portar a termine una partita. Vattene Ubaldo Righetti, che pare che commenti un necrologio da Trastevere. Vattene Failla, e portati appresso Paris, tuo indecifrabile compagno di loculo. Vattene Mattei, e non scordarti cotone e maquillage. Vattene Mazzocchi, tanto pe fa’ ride du polli basta pure il divano de casa, mica per forza te ne devi annà in Ucraina. Vattene povero e penoso Bisteccone, altrimenti rischi davvero di rovinare quanto (tanto) fatto di buono. Vattene Franco Lauro, e torna sotto i canestri, magari ri-flirtando con Decleva. Vattene Cucci, perchè il pensiero di vederti crepare in diretta non ci lascia dormir tranquilli. Vattene Saverio Montingelli, perchè dopo quarant’anni di interviste “col sorrisino” t’è già venuta una paresi facciale. Vattene Alessandro Antinelli, e con te Aurelio Capaldi e Marco Lollobrigida. Perchè dovevate essere il nuovo Rai che cammina, e invece parete usciti dalla coppia sbiadita di Cento Vetrine. E vattene pure tu, luminosa e siliconata Paolona Ferrari, perchè non si dica mai che hai fatto carriera grazie al tuo maritino figlio d’arte Marco De Benedetti. Che non si dica mai, in Rai. Vattene RaiSport, impareggiabile e cara tivvù spazzatura.

 

 

 

 

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