Il prime-time della rete ammiraglia sull’ultimo round dell’infinito duello Bersani-Renzi vede una nettissima affermazione del sindaco pecciato, che mostra una forma irresistibile a dispetto delle fatiche di una campagna lunga e spossante per entrambi. Chiaro, conciso, magnetico ed assolutamente televisivo. Don Matteo è copia ben riuscita dell’idolo Barak, ed i consigli di Giorgino Gori non hanno tradito le enormi aspettative sul Gianburrasca rottamatore. Verve, passione ed un look altamente friendly a stelle e strisce hanno stracciato il Segretario Gargamella, che è apparso anche in una delle sue serate meno-peggio. Se però alla spigliata ed irriverente giovinezza del ragazzo contrapponi i soliti ritriti slogan da Cral bersaniano, beh allora un confronto già improbo si trasforma inevitabilmente in una debacle di proporzioni tennistiche.
Nota lieta ed inaspettata della serata è Mamma Rai. Finalmente uno studio ed una scenografia light in linea col terzo millenio, ed una moderatrice (la bòna maggiorata Maggioni) che risulta accomodante ed ironica al punto giusto, limitando al massimo quegli influssi grubberiani che da tempo si sono impossessati della sua anima minzoliniana. E graziaddio per una volta Viale Mazzini è uscita dagli schemi bigotto-medioevali della tivvù pubblica, diventando per una notte easy e godevole. Ben fatto pure il sipario, con montaggio del backastage e degli highlights dei due contendenti. Anche se nel proseguio di nottata ci pensa poi il Vespone a far tornar tutto come prima…
LOOK Renzi (voto 7): scamiciato bianco by Obama, lustrato a puntino e lucido da cerone, tanto da notare appena i pacchiani nei facciali. Capello piallato in stile collegiale, e cravattone blè annodato assai largo. Predicatore. Bersani (6): old style di sinistra con aggiunta di pois su classicissima e scontata cravatta rossa. Faccione ripulito e pelata aggiustata senza smacchi. Presentabile. PRESENZA SCENICA Renzi (8): leggiadro e a suo agio come non mai. Guarda in camera, ma non dimentica mai conduttrice ed avversario. Le braccia accompagnano l’intercalare, le mani si congiungono nelle pause, ed i movimenti del busto sono da oratore consumato. MediaRenzi. Besani (5): si vede e si sente, che non è a casa sua. Cerca sempre l’appoggio del bancone, e a volte oscilla nervosamente. Si fà beccare a pulirsi la bava alla bocca e a bere acqua da un bicchiere vuoto, anche se il peggio lo combina infilandosi di continuo le mani in tasca, da menfreghista. Pasticcione. ARGOMENTI Renzi (7): più emozionale, che concreto. Bene nella chiusura netta a Casini. Benissimo sulla cancellazione del finanziamento. Superlativo nel mantenimento pensionistico attuale. Su partito e governo ha idee chiare, su sanità e scuola è molto fumo. Passionale. Bersani (4,5): non dice una cosa chiara che sia una. Sulla coalizione lascia la porta aperta a tutti. Sul finanziamento tira fuori Pericle. Su istruzione ed economia un sacco di demagogia a spot. E quegli F35 che potrebbero averlo abbattuto. Democristiano. DIALETTICA Renzi (8,5): una macchinetta, essenziale, pulita e comprensibile. Convincente e diretto, capace e caparbio. Nelle repliche rivolge sempre sguardo e frecciata al Segretario, e la strategia funziona. Eccede in piacioneria e nella battuta a tutti i costi, ma non tralascia alcun particolare (neppure il nome della “fan” da Milano). E con Fiorito e i caccia americani dà il colpo di grazia a Pier. Ammaliante. Bersani (5): neppure nella sua peggior serata, ma la simpatia non lo salva. Si sforza a non parlare come al bar di Bettola, ma poi la vulgata si impossessa di lui. Frasi fatte, frasi in bersanese, frasi indecifrabili. Tanto che anche il pubblico rimane interdetto, e a volte dimentica l’applauso. Prima demagogo e biascicante, poi di scatto imperativo e buffo decisionista. Fornisce assist a Renzi, poi si lamenta e bofonchia. Caserecchio. TEMPI TELEVISIVI Renzi (8): conosce il mezzo – dai tempi della Ruota – e Gori lo ha istruito a dovere, con un mazzetto di appunti che gli fa da scaletta. Sempre sul pezzo, non spreca un secondo, e talvolta risparmia pure. Non sfora mai, e quando pare sia lungo chiude la frase da navigato opinion-men. Svizzero. Bersani (6): sfora di brutto solo in un paio di occasioni, ma da sempre l’impressione di non saper utilizzare al meglio il tempo a disposizione. A volte si perde, in altre non sa che dire e pare che aspetti il gong. Non sfrutta il cronometro, e raramente va in sincro. Sfasato.