Lo avevamo previsto. E sull’analisi strategica del match – risultati a parte – siamo stati ottimi profeti. Il Cav è tornato definitivamente in sella. Grazie a Santoro. Grazie alla clack dei suoi più affezionati ed acerrimi nemici. Mentre la tanto agoniata ed attesa vendetta sanguinolenta della banda di Servizio Pubblico ha cileccato miseramente, tanto da divenire un enorme immenso spottone per la rincorsa impossibile della Mummia di Arcore.
Il copione della champions televisiva è stato esattamente quello da noi descritto nel pre-partita. Silvio a lottare da gladiatore nella Fossa dei detrattori, con Santoro & co. all’attacco strafottente. Ma Don Michele – anche questo ampiamente previsto dai nostri allibratori – non ha saputo cedere al suo classico istinto di derisione e insofferenza da ospite prolisso. Finendo così per trattare il Berlusca come la solita macchietta da lui dipinta per oltre un decennio, caricando ancor di più la molla già al top di un Cavaliere Mascarato in versione Jocker pigliatutto.
L’ansia da prestazione della banda-Santoro ha sortito effetti che sono andati addirittura oltre quelle che erano le più rosee aspettative dei berluscones. E la “letterina” finale anti-Travaglio (by Filippo Facci e da molti reputata un errore colossale) ha rappresentato invece la scintilla scatenante che ha condotto al trionfo di re Silvio. L’amo malefico-appetitoso che ha fa abboccare quel boccalone di Santorum. Perchè ha fatto saltare totalmente nervi e cotone ad un Michele fin lì abbastanza in partita, fornendo al Berlusca un assist pazzesco a porta vuota, che l’ex premier ha tramutato in rete con l’astuzia e l’esperienza di un navigatissimo e superlativo show-man. Con quei pezzi da puro e ficcante cabaret politico-televisivo che hanno mandato totalmente in tilt Don Michele e annichilito quell’esile e disagiata figura di Marco Travaglio. Che – oltre a beccarsi del pluridiffamatore – ha dovuto suo malgrado subire l’onta devastante dello “straccetto” del Cav, che lo ha ripulito e riaccomodato come fosse al bar sotto casa.
La performance dell’epta-nonno Silvio è stata semplicemente strepitosa. Ed irridente al tempo stesso. La differenza – apparsa evidente e decisiva solo nell’atto finale – sta tutta qui. Il sorriso, la sfrontatezza e la libera guasconeria del Cavaliere contro quella smania da onnipotenza seriosa e poco serena della banda santoriana. Così, invece di premere sulle fragili corde della risibile credibilità politica dell’uomo di Arcore, Santoro e Travaglio si incaponiscono in questioni vecchie, ritrito-giudiziarie e ampiamente già avviluppate (la famosa telefonata al vertice Nato che fece spazientire la Merkel), condendole oltretutto con battutine molto snob e poco pungenti che non fanno altro che accrescere l’ego ed il carisma dell’odiato competitor. Risultato? Berlusconi risponde con fermissimo tono su tono agli attacchi irridenti del conduttore, raccontando invece ciò che gli pare sulle questioni più concrete e di d’attualità politica. Così Don Michele, mai incisivo e tagliente solo a sprazzi, finisce per divenire il vero grande sponsor dell’ennesima resurrezione del Cristo di Arcore. Anche se saprà certamente consolarsi con i dati Auditel, degni di una semifinale mondiale pallonara.
I personalissimi mlònvoti in formato easy-sprint:
TRAVAGLIO – 4,5: si arrovella nel solito noiosissimo compitino da libretto delle Procure, rimanendo inebetito mentre il Cav lo infilza ripetutatmente. Sudditanza scolastica.
SANTORO – 5,5: inizia bene, in sordina e punzecchiando il rivale. Ma appena Silvio gli serve il colpo basso ad effetto, ecco che Michele strippa di brutto come un infante. Concedendo fianco e petto. Pollo.
SILVIO – 8: l’interrogazione al pubblico (con scuole serali annesse), la gag della mano a Santoro, e la pulizia della seggiola del Travaglio (dopo averlo allontanato come un pezzente) da sole valgono biglietto e bis. Campione elettorale.
LA PUNTATA – 8,5: show assoluto condotto da due assolute superstar televisive, che vivono una sulla cresta dell’altra. I quasi nove milioni di contatti hanno aggiustato conti e casse de La7, e fatto gongolare come un pazzo il primo sponsor santoriano: Chicco “mitraglietta” Mentana.