Scudetti in Italia, Inghilterra e Francia. Due coppe dei campioni, altrettante supercoppe europee, oltre ad un’intercontinentale. Il tutto corredato da qualche coppetta nazionale. Milan, Chelsea, Paris Saint-Germain. Ovunque è andato Carlè ha vinto, e lasciato il segno. A eccezione degli anni bianconeri, dove la vista di Van der Sar e l’acquazzone della “Collina” di Perugia gli impedirono la doppietta. Ma i punti furono tanti, tantissimi. A Torino furono subito insulti. “Un maiale non può allenare“, gli intonava la Scirea. Gli si imputavano i trascorsi giallorossi, ma soprattutto quelli più odiati milanisti. Balle, cazzate, panzane da tifosi. Boiate da Ultrà (vattene).
La storia e il palmares hanno dato e danno ragione a Carlone de nò altri. Che ieri è approdato a la Casa Blanca merengue, nel clùb più prestigioso del globo. Alla ricerca di altri tituli e alla rincorsa di quella decima che Florentino & co. inseguono da oltre un decennio, dopo aver speso e bruciato ben otto entrenadores. Carlo a Madrid è già il “pacificatore” – e non poteva esser altrimenti – dopo l’era del guerrafondaio Mou. Gli si chiede soprattutto giuoco e bel fùtbol perchè da quelle parti – giusto o sbagliato che sia – è quello che pretendono in primis. E Carletto non tradirà, come mai non ha tradito, sin dai primordi reggiani. Alla faccia di quei beoti delle curve, così stupidi e accecati dal pregiudizio campanile che non potranno mai capire lo stile, l’eleganza e la grande nobiltà (non solo gastronomica) di quella straordinaria creatura che è il maiale.
Gli insulti agli inizi juventini
E anche alla fine
Il sito ufficiale di Carletto
Il palmares
Precisiamo bene: insulti solo da ultrà beoti delle curve bianconere, tifosi juventini. Solo voi potevate criticare un personaggio come lui. Che sfigati.
mi pare siate voi un branco di beoti che generalizzate una curva solo per due facce da maiali. vergognatevi che è meglio
Giulio non hai capito, quella è solo una foto, la curva è molto più grande.
certo, questo lo avevo capito. è che non si può sempre e comunque farne di tutta un erba il fascio.