Il solo fatto una persona per bene come Ricardino Kakà, in nome della società più gloriosa del mondo, si presenti al cospetto di una mandria di ceffi che pretendono e ottengono di insultare la squadra a quattrocchi, è l’ennesima conferma che il barile è già stato raschiato da tempo. E che alla fine, che lo vogliate intendere o meno, la spuntano sempre loro.
I delinquenti. I violenti degli stadi. Gli imbecilli delle curve. I facinorosi falliti e fannulloni. I professionisti del tifo. Che campano di calcio, attraverso tafferugli, spranghe e bomboni. Alle spalle nostre e di società silenti, che dovrebbero tutelare al massimo i propri tesserati impedendo qualsiasi tipo di contatto con tali figuri-Ultrà, evitando che possano accadere le gravissime buffonate di sabato scorso.
Perchè non vi è scritto da nessuna parte che i giocatori debbano rispondere all’appello di qualche decina di energumeni-tifosi. Perchè lo spettatore può certamente contestare la propria squadra, ma i suoi diritti in quanto tale finiscono lì. In quel biglietto o abbonamento pagato che gli consentono di assistere, fruire e godere di uno spettacolo, che è la partita di pallone. E sulla quale, qualora non fosse di suo gradimento, potrebbe esercitare il proprio sacrosanto diritto al dissenso. Animato, fragoroso, e magari anche volgare. Ma sempre nei limiti della civiltà e nel rispetto di quell’altrettanto sacrosanto e imprescindibile dovere che è il rispetto delle legge.
Ciò che è accaduto nel post Milan-Genoa non è certamente ne’ una primizia ne’ una novità, all’interno del dissestato mondo pallonaro. Ma fa comunque rabbrividire e accapponare la pelle di quella stragrande marea che rappresenta il tifoso vero, quello normale, talmente depresso e incazzato che non riesce manco più a vedere la luce all’interno di quel vergognoso tunnel ricattatorio scavato nei decenni dal pianeta-ultras. Perchè non è ammissibile e concepibile che i due giocatori più rappresentativi di uno dei club più titolati del globo scendano a patti mafiosi con una manica di figuri criminali, trattando (a tempo) la loro libertà, e pure quella della società che dovrebbe proteggerli. Sancendo nei fatti chi è davvero che comanda, chi impartisce regole e comportamenti, chi decide chi deve vivere o perire. Sempre loro, le frange fanatiche, estremiste e violente. O più semplicemente e più stupidamente, Ultrà.
— PS — Ci giochiamo la carta-dubito che un Galliani pienamente nei suoi poteri e non delegittimato come ora avesse acconsentito a un colloquio tra giocatori e ultras. L’ennesima prova di una società e di una presidenza totalmente allo sbando. E alla mercè di Barbara.
ULTRA’ VATTENE -> Firma
#MLONVATTENE
ma te sei davvero quell’idiota tatuato che scorrazza in Andrea Costa? Se si, complimenti. Per il coraggio.
facile per voi figli di SKY, criticare gli ultras dalle vostre comode poltrone. Venite allo stadio poi ne parliamo…
Io ho premium. Allo stadio non vado da quando mi han tirato una bomba carta in san luca.
Branco di vili vergognosi. Andatevene in Turchia a far casino, delinquenti.
Mlón ultras da tastier a
con un nome del genere te devi essere un ultrà spallino