Ci mancava già. La celebrazione boldriniana in assoluto stile nordcoreano. Che questa volta avviene all’interno di una delle principali strutture ospedaliere della Capitale: Tor Vergata. Di cui la Cara Leader della Camera celebra le incredibili gesta artroscopiche menischiane. Che manco fosse un doppio trapianto di cuore a cielo aperto con scappellamento a sinistra.

Oltre al solito patologico protagonismo che oramai non fa più notizia – anche se continuiamo a non capacitarci del perchè e del per come una Presidenta debba informare i suoi sudditi di ogni sua opera od omissione quotidiana – in questo caso Laura nostra riesce a tirar fuori dal menisco addirittura una disamina moral politica ad hoc. Non richiesta e ben al di fuori delle sue competenze istituzionali che la vorrebbero equidistante rispetto ad ogni questione. E invece l’ammaccata Boldrini, dopo aver speso le sue lodi assolutistiche verso la mirabolante struttura romana che l’ha curata e dimessa con tutti i crismi, polemizza e lancia una frecciatina alla Regione Lazio, rea di aver bloccato le assunzioni sanitarie dall’anno 2008. Interrompendo colpevolmente l’ascesa e lo sviluppo esponenziale del Policlinico, dimostrato dalla nascita della fondazione Harvard-Tor Vergata, fiore all’occhiello della sanità italica oltre che “esempio di ricerca da sostenere ed incoraggiare”.

Ora, che sua maestà la Presidenta sia stata soddisfatta del trattamento di Tor Vergata (e te credo, che pensava d’aver lo stesso servizio de nò altri?!) ok va bene chissenefrega. Ma che poi si metta pure a farci il pistolotto meritocratico e la raccomandazione in puro stile statalista made in Pyongyang, beh questo ci pare che esca un tantinello dall’urinario istituzionale. Oltre che creare favoritismi di merito e precedenti assai discriminanti. Perchè allora non promuovere pure i servigi e le prestazioni del San Raffale? Piuttosto che del Fatebenefratelli? O perchè non del nuovo Arcispedale Sant’Anna di Cona? Perchè, ovviamente, oltre a non rientrare nelle proprie funzioni, non avrebbe alcun senso, se non quello di discriminare o dare maggior peso politico ad una struttura rispetto ad altre. E allora, Cara Leader Boldrini, come direbbe un certo senatore della Repubblica, glielo diciamo davvero da amici, quelli veri, si faccia per una volta li cazzi suoi. E pensi piuttosto alla tagliola-review della Camera. Che alla Corea ci pensa già il mitologico Don Antonio Razzi.

 

 

 

 

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