L’attesa è finita. Le briglie son sciolte. E il cavallo di razza è finalmente pronto a partire. “Fermare il declino” si presenterà alle regionali e alle politiche nazionali del prossimo febbraio. E Giannino ci sarà. In prima persona, anche se ufficialmente non lo ha ancora annunciato. Ma arrivati a questo punto, non potrà certo esimersi dal farlo. Perchè c’è un immenso mare elettorale di liberali d’impresa che ardono e friggono nell’attesa che venga finalmente proposta loro una vera e concretissima alternativa di governo. E il mitologico Oscar è l’unico davvero in grado di fornirgliela. Il solo che puo’ dare la sterzata vera e decisiva per far prendere al Belpaese l’ultimo treno disponibile verso crescita e progresso.
Giannino si puo’ fare. Giannino si deve fare. Contro la politica aberrante dell’ultimo trentennio, fatta di giuochi di potere e di cadreghini elettorali. Contro gli ignobili poteri forti e corporativi che distruggono concorrenza e merito. Contro le caste millenarie di notai, avvocati e farmacisti, che sono il grande cancro immutabile del tessuto economico italico. Contro una giustizia elefantiaca e pachidermica, che quando ha emesso il suo verdetto è già ora di chiedere l’estrema unzione. Contro magistrati e procure politicizzate che emettono più propaganda che sentenze. Contro quell’arcaico e arrugginito sistema sindacale, che sciopera un giorno sì e l’altro pure, ma che poi ci lascia i salari più bassi d’Europa.
Contro quella fastidiosa e indisponente mentalità tutta medioeval-camussiana, che ragiona ancora come se fossimo negli anni delle classe operaia in paradiso, e che considera il lavoro un mero ed intoccabile diritto da gestire come il più esclusivo dei vitalizi. E contro quell’ammasso di inutile e vergognosa spesa pubblica che ha ridotto il Bengodi con una zavorra incolmabile di duemila miliardi di debito. Ma soprattutto contro questo Stato sprecone e farabutto, che è stupido prima che ladro, e ladro prima che stupido. E che non sa far altro che riempirsi le tasche di tasse, accise e salassi, facendo meno di zero per quella che è la vera ed unica locomotiva del Sistema Italia. Quella che ci ha permesso e ci sta di non arrivare ai tracolli greci ed ispanici. Quella che è il vero cuore pulsante dell’humus economico tricolore. La piccola media impresa italica, ostacolata fino alla morte e lasciata alla mercè di un sistema bancario sanguisuga.
Giannino è l’unica speranza. Giannino è il solo che puo’ salvare questo apparato di dinosauri da prima repubblica a risollevarsi verso il progresso ed il rilancio economico. Perchè serve uno Stato più secco che snello, che chieda il giusto e fornisca l’essenziale. Perchè il lavoro sia anche e soprattutto un dovere, che puo’ anche essere mutabile e flessibile nel tempo, e non solo fisso ed eterno. Perchè chi siede in Parlamento sia pagato bene, ma non il triplo di Obama e con quattro incarichi alla volta. Perchè chi apre un’azienda sia incentivato a farlo in tempi stretti e ragionevoli, e non debba aspettare che i figli crescano e le mamme imbiancano. E costretto a chiudere dopo due anni perchè la spietata e intransigente PA si permette il lusso di pagare a mille giorni.
Perchè esista un merito, e non solo una gerarchia familistica da rispettare. Perchè chi vuol investire nello stivale sia incoraggiato, e non debba attendere la macchina lumacosa della burocrazia cartacea. Perchè si evitino quelle grottesche e obbrobriose file in posta o all’anagrafe, che neppure in Montenegro od Albania. Perchè si faccia finalmente questa cazzo di rete veloce. E di linea ad altissima velocità. Perchè non si abbia paura di costruire ponti, strade e ferrovie, e di abbattere qualche terreno spostando il pascolo più a valle. Perchè non si abbia il terrore del nucleare, e non si ragioni solo con emozioni e dietrologia. Perchè questo grande e produttivo Paese possa sfruttare almeno la metà delle proprie immani risorse d’impresa. Per entrare nel terzo millennio. Per tornare a crescere. Per fermare il declino.
Giannino c’è. Ma è necessario che il movimento sia sorretto – oltre che da una forte struttura di tecnici, professori ed imprenditori – anche da una capillare e robusta ossatura comunicativa. Perchè non basta essere gli esperti più competenti del pianeta se poi nessuno o quasi conosce te, la tua squadra ed il tuo prodotto. E da qui a tre mesi c’è in ballo un appetitosissimo 40% di elettori indecisi, depressi ed incazzati. Che non potranno andare tutti alla protesta grillina, o ai nullafacenti centristi pro-Monti, e tanto meno all’ennesimo maquillage della mummia dell’uomo di Arcore.
Fermare il declino si puo’. Votare Giannino, si deve.
questa sera credo di aver sciolto il mio dilemma personale sulle politiche italiane.
giannino si può fare. c’ è qualche punto che mi fa un po pensare, tipo il nucleare e la costruzione di ponti ecc., ma ne possiamo parlare!