Dopo averlo sostenuto a spada tratta per tutta la sua parte di campionato (maggior media punti della serieA e conquista di piazza d’onore e coppa nazionale) ed ancora per la decisione di scegliere gli sceicchi quatariani o quatarensi che si sono insediati il 30 giugno scorso al Parco dei Principi, beh, dopo la conferenza-farsa di giovedi scorso a Milano, anche la mia difesa sull’ex allenatore dell’Inter inizia a vacillare e vengo assalito da dubbi e domande. Quali? Eccole.

Davvero Leo noin aveva alcun sentore che, dopo il trambusto mediatico circa il suo approdo a Parigi, potesse essere messa in discussione la sua posizione di primo allenatore nerazzurro?

Perchè, dopo aver saputo dalle spiagge verdeoro, che Moratti stava contattando Bielsa, Lui non si sia fatto vivo con il n.1 interista, tranquillizzandolo che davvero non sarebbe andato al PSG?

Seppure le sue abitudini sono quelle di non rilasciare alcun tipo di dichiarazioni a mezzo stampa se non in conferenze stampe ufficiali, era davvero così impossibile, se lo si voleva, contattare la propria società per far cessare ogni tipo di notizia sul futuro coach di via Durini?

Davvero Leo avrebbe rischiato di rimanere senza una delle panchine più illustri e dorate del globo, senza aver un contratto certo e plurimilionario alla mano?

Il Suo racconto ai microfoni, seppur carico e denso di passione come solo Lui sa fare, è parso più un grande colpo di teatro che una lucida spiegazione degli eventi nel giorno del suo dovuto ed atteso commiato.

Attimi di surrealità e di stupore misto “mah” o “boh” quando il Leo afferma deciso e quasi violento quanto segue: “non ho mai avuto e non ho nessun contratto con il PSG”, ma poi la coperta (cortissima) si accorcia quando prosegue:”ho solo avuto un contatto il 30 giugno scorso”. E propria nella tal data i Signori del Quatar annunciano il loro insediamento sotto la Eiffel.

 

Il pezzo di France Football

 

Della serie: non ho avuto un cont(r)atto con lor padroni solo perchè non erano ancora i padroni della casa, ma ora che son dentro…

Morale: voto otto e mezzo a Leo per l’interpretazione e arringa da Oscar, voto quattro meno meno alla sua ricostruzione dei fatti, perchè la realtà è un’altra,non quella pittoresca che Lui dipinge con maestria.

E non veniteci a raccontare che tutto è determinato dall’indole e dalla psiche brasileira, che non è tarata per le preoccupazioni per il futuro prossimo e fa vivere solo pensando all’oggi, cogliendo l’attimo o, forse meglio, il contratto.

Caro Leo, siamo si il Paese del Bengodi, ma non quello dei cojoni…

 

 

 

 

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