Mentre sale la trepidante e spasmodica attesa di tutto il Belpaese (ehh..) sul voto della Camera previsto per le dodici e mezza, con risultati attesi per le quattordici, e mentre l’Emiciclo di destra (quello di sinistra è rimasto al bar dell’Aventino) si interroga nervosamente sul nuovo ago-responsabile Sardelli, se cioè confermerà il suo “niet” oppure sarà convinto dal capo-comico DeVito-Scilipoti, ed ancora mentre alcuni degli Scajola-boys si danno malati senza aver inviato autocertificazione sanitaria, e ovviamente mentre Silvio e capigruppo sono ancora ben protesi nelle  trattative dirette (od a mezzo-Brambilla) con gli indecisi dell’ultimora, beh ecco nel bel mezzo del solito clima caotico che avvolge il pre-partita della Fiducia in stile “ricreazione da scuola superiore”, noi tutti appassionati di comiche da Parlamento vogliamo rivivere la croni-sequenza della memorabile scarica sbadigliosa del Re Umberto, che prima prova a contenersi ed a sforzare a più non posso il malconcio diaframma, ma poi si lascia andare, debordando in maniera clamorosa, proprio sotto l’ala del doppio petto del Cav., seppure mano e palmo destro lo salvano da una rovinosa caduta di sbocco.

Un vero cult, entrato già di diritto nei sussidiari e negli almanacchi della più recente storia italica. Archiviato come “Scene di ordinaria Camera”.

Altrochè Cafonal o Cafonalino…

 

 
 
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