In questo lungo ed estenuante week-end di neve il Fantacalcio Ufficiale è tornato ai box per la seconda volta, con l’attesissima riparazione di febbraio. Pochi scambi, qualche colpetto, troppi astenuti. Con ripercussioni gravi e decisive nella giornata ventidue. Per quella che è l’espressione e la pagina più nera ed irritante di questo scorcio di campionato del ventennio.

Mino è il re del mercato, con l’esoso acquisto di Iaquinta su tutti, ma anche con gli ottimi Muriel e Viviano, oltre ai rincalzi Legrottaglie e Scimmia Emanuelson. Anche Delly mostra panciera ed astuzia, strappando di un nulla bomber Budan all’amico Mello, facendogli vivere una domenica da paura, delirio e rimpianti. Il Presidente riesce a portare a casa Ibarbo, oltre al figliuol prodigo Bojinov, mentre la capolista Cippi si aggiusta con il Faraone rossonero. Piro scorre l’intera fascia bianconera con Giaccherini ed Estigarribia, e Nicola puntella difesa e centrocampo con Rosi e Dessena.

Fin qui, nulla da obiettare, con un mercato avaro di proposte ma che ha fornito spunti interessanti nella rincorsa al lìder Maximo. Risultano alquanto bizzarre, invece. alcune indicazioni: quattro degli ultimi cinque in classifica non partecipano al mercato, neppure nel post dei residui; uno di questi, Leo, dopo l’offerta perduta con Viviano, ad oggi non ha più alcun portiere titolare in rosa, mantenendo però a libro paga due attaccanti che non fanno più parte della A (Toni e Silva); dopo aver concesso tre giorni tondi (un tempo interminabile) per inviare le proposte di mercato, la Presidenza ha dovuto prendere atto, suo malgrado, di lamentele riguardo l’orario di chiusura del mercato, oltre alla gestione “politica” delle partite rinviate per neve. Come se non esistesse un Regolamento democraticamente sottoscritto da ciascun partecipante. All’unanimità, per giunta. Senza che mai e poi mai arrivasse in alcun momento la benchè minima ombra più fumosa di un solo briciolo di mezza proposta. Bah.

Succede così che, nella giornata immediatamente successiva alla Riparazione, ecco che lamenti, invettive e proclami si fondono nello zero più assoluto. Latte+ non consegna la formazione in tempo ed è costretto a schierare quella della domenica precedente, lasciando campo libero ad un Cippi per una volta “umano” e non nel classico formato Ibracadabra. Nel drammatico scontro-salvezza tra Leo e Lupo, l’economo pievese gioca senza numero 1, perdendo un’occasione fondamentale per abbandonare l’ultimo posto solitario. Poi succede che il cugino calvo e magro de Il Sultano sfoggi l’ennesima formazione rischiatutto, schierando la solita mezza dozzina di non titolari. Questa volta, come altre, non gli dice bene, ed è costretto addirittura a finirla in nove. Per la gioia di Nicola, che si permette il lusso di non mandare a referto il padullese Borini.
Le uniche due partite normali vedono il successo facile di Mino su Piro (2-0), che riporta il cento-comunista a ridosso della zona Champions, ma soprattutto di Babbo Delly nel big match di giornata con Mello, surclassato sul campo e salutato in classifica. La spallata dell’occhialuto è di quelle che lasciano il segno, tanto da fare del Mazèt il principale e più credibile antagonista alla fin qui scalata inarrestabile del Cipolla.

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