Premier league, Liga e Bundesliga: pensate che in questi tre palcoscenici vi siano meno interessi rispetto al campionato di casa nostra? Certamente no. Tra sceicchi, quotazioni in borsa, stadi faraonici di proprietà di sponsor altrettanto imperiali, soci e banche che tutelano e garantiscono. Il panorama economico-finanziario delle grandi realtà oltre Italia è assolutamente più che paritario rispetto a quello coinvolge le seppur ricche Inter, Milan, Juve, Roma e Napoli.E allora, perchè queste tre competizioni che oggigiorno sono di gran lunga più seguite ed appetibili della frantumata Serie A condensano ad ogni turno una serie di distrazioni arbitrali che tende all’infinito? E ancora, perchè le stesse partite falcidiate da clamorose sviste dei fischietti di turno non suscitano alcun tipo di polemica od interrogazione parlamentare, bensì vengono accolte sportivamente come ogni altro componente del rettangolo di giuoco? Semplice, molto semplice: perchè esiste la cultura della sconfitta e dell’accettazione dell’errore, e perchè le valutazioni della Terna sono considerate alla stessa stregua di un errore o di un fallo da tergo di un giocatore piuttosto che di un’azzardata e poco indovinata sostituzione da parte di un allenatore. Perchè oltre confine è tutto molto meno esasperato, e perchè non esistono nè moviole e nè supermoviole. Anche se l’avvento di Mourinho ha leggermente modificato questi quieti equilibri ispanici e d’oltremanica.

 
A casa-Italia invece? Il marasma ed il livello di ipertensione è sempre alle stelle. Qui da noi vige la “legge del lamento”, ove chi la utilizza con assiduità e decisione tendente alla minaccia viene soddisfatto e ne trae benefici a fin di bene e di classifica, mentre chi tace e subisce passivamente viene continuamente calpestato ed usurpato dei propri diritti inalienabili. Fino a quando, ovviamente, anch’egli non inizia a strillare e a piagnucolare contro Leghe, Palazzi e Federazioni. Perchè chi non si tutela urlando la propria indignazione verso la Specctre e sul complotto contro ignoti non potrà mai intravedere il meritato riconoscimento del proprio lavoro. Questa, cari afecionados pallonari, è l’assurda legge del fùtbol italico.
 

Con Mazzarri che sin dai tempi di Reggio Calabria non fa altro che lagnarsi inferocito ognissanto sabato e domenica per i trattamenti contro le proprie squadre, per poi fare orecchie ed occhiali da mercante dopo Firenze, Inter e Parma, glissando no-comment o dichiarando che il credito partenopeo è ancora assai ampio e lontano dall’essere evaso. Perchè fino a quando non viene saldato il soggettivo e personalissimo conto a sfavore, anche il più imperdonabile degli errori diventa lecito e consentito, passando in assoluta cavalleria. Alla faccia dell’obiettività e dell’esempio sportivo-morale.Poi ci sono quelle macchiette telegeniche come Graziano Ex-Ustionato Cesari, che gode e si attizza come un riccio quando commenta sadicamente le prestazioni dei suoi ex colleghi, sottolineando gaudente con la penna rossa del primo della classe ogni minima ed impercettibile sbavatura della classe arbitrale, comodamente seduto sullo sgabellone Premium ed eccitato dai rallentI ipertecnologici che gli fornisce la regia di Cologno Monzese.

E gonfiandosi come un pavone canuto al cospetto della maggiorata e conturbante Micaela Calcagno. Beato lui, altrochè.Questo è il panorama spettrale e schizzoide del mondo pallonaro italico, dove tutto vive attorno alle polemiche intimidatorie ed ai fascicoli-dossier da presentare alle autorità competenti (ma anche al Tar o al Processo di Biscardi). Perchè è meglio mettere pressione a Nicchi, Abete e Beretta piuttosto che parlare di calcio giocato o pianificare la costruzione di un nuovo impianto sportivo di proprietà.La classe arbitrare di casa nostra è nettamente la migliore e competente del Globo, e di questo ce ne accorgiamo non appena arrivano europei o mondiali, dove vengono designati per onor di Blatter improponibili fischietti e sbandieratori eritrei, indiani ed ecuadoregni. Ma anche quando, da ottobre a maggio, nell’eccelsa Champions ci imbattiamo in goffi ed impresentabili Ovrebo, più adatti alla pubblicità Mc Donald’s piuttosto che alla direzione di una semifinale della competizione principe.

Non esistono ne’ spagnoli, portoghesi, inglesi, tedeschi ne’ kazaki che possano neppur minimamente avvicinare il livello dei direttori nostrani, seppure il periodo dello splendore-Collina sia oramai alle spalle. E sono fermamente convinto che alcuno strumento di moviola in campo, fatta eccezione per le fotocellule nella linea di porta, potrà portare ad attenuare questo clima di caccia alle streghe. A meno che non cambi radicalmente la mentalità e la visione con cui si guardano i singoli episodi all’interno del rettangolo. Non saranno i tre time-out per squadra a far tornare il sereno tra De Laurentis, Galliani e Andrea Agnelli, perchè poi i pretesti per fare protesta ed applicare il teorema della male-fede sarebbero egualmente identificabili. Il pianeta Calcio deve capire che l’unico mezzo consentito per gestire la questione-arbitri, senza l’utilizzo di finti pagliativi tecnologici buoni solo nel brevissimo periodo, è quella di abbassare i toni, di eliminare quelle pazze idee di complotti e congiure, e di accettare così com’è questa componente come se fosse una delle tante che partecipano nel grande rettangolo verde. Parlando più di tattica e di fuorigioco, più di regole e di pallone. Costruendo invece di distruggere. Che da Noi, paese degli inciuci e delle combine, è chiaramente sforzo sovrumano e non indifferente.

Ma da compiere necessariamente per la sopravvivenza pallonara, oggi come non mai.Quanto a moviola e surrogati, non vi è esercizio più stupido e fuori dalla realtà calcistica come quello di analizzare frammenti di gara, tracciando linee immaginarie in 3D gridando ai quattro venti la verità assoluta riguardo ad un offside millimetrico o ad una caviglia nascosta che viene colpita d’istinto da un tacchetto galeotto, finendo per provocare le più classiche ed infinite polemiche da Bar Sport sul rigore della domenica. C’è differenza tra il giorno e la notte, o come tra Berlusconi e Monti, nel giudicare un’azione in presa diretta piuttosto che dal calduccio di una trentina di replay.

Ed è perciò che non ha senso alcuno usare il moviolone come base dogmatica di ogni appello o discussione, anche perchè, se proprio volessimo fornire una rapprsentazione della realtà, dovremmo osservare e rivedere le immagini senza rallentatore, nella stessa vision ed ottica del direttore di gara. La moviola dovrebbe essere solo un diletto, mentre è diventata la rovina di questo Giuoco, trasformandosi in vera e propria perversione, presa troppo sul serio ed assolutamente controproducente. Per questo è da abolire, e subito Tanto Graziano Cesari saprà riciclarsi, o mal che vada finirà a letto con Mastrota.Poi ragazzi, non scherziamo, davvero pensate che interrompendo per cinque o sei volte una partita per far pronunciare una giuria televisiva su di un caso fornito da una controparte,  si stia ancora parlando dello sport più bello, emozionante ed incerto del mondo? Il Calcio è così com’è, semplice ed appassionante nelle sue poche ma indiscusse regole. E non deve essere stravolto da folli visionari neofiti che prima mandano affanculo Lega e Federazione e poi vogliono creare una fantasmagorica Superlega europea.

 

 

 

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