Partiamo col dire tre cose limpide, necessarie e categoriche per tutti. Punto primo: gli Azzurri hanno giocato un Europeo superlativo, mostrando al globo una proprietà tecnica che non si vedeva dai tempi del primo mundial bearzottiano sul Mar della Plata. Punto secondo: mister Prandelli ha sulla coscienza la disfatta italica della ripresa, perchè l’inserimento dell’oriundo figliuol Motta fa ancora gridare all’inconcepibile boiata. Punto terzo: la si finisca con la storia della stanchezza e dei tempi giusti causati dallo stress della A, perchè la rumba è così per tutti, e c’è a chi – oltre Manica – va decisamente peggio.
L’Italia disputa un Torneo maiuscolo, tramite un giuoco-giocato e palleggiato che è sicuramente frutto dell’assiduo ed assillante lavoro che l’uomo di Orzinuovi ha iculcato nelle teste (alcune decisamente marmoree, ndr) di ogni singolo componente azzurro. Prandelli ha enormi meriti, perchè ha iniziato fin da subito a martellare sullo svecchiamento e sul cambio della mentalità catenacciara che ha sempre contraddistinto nei decenni la nostra piccola grande Italietta da combattimento. E va dato soprattutto atto a Cesare nostro di aver combattuto e vinto ogni utopica battaglia contro i nazional pregiudizi. Quella sul “possesso”, che fino all’altro ieri pareva bestemmia eretica. Quella sulla mentalità, divenuta costruttiva a priori. E pure quella sugli oriundi, anche se sul finale gli è tornata indietro come un boomerang. E con gli interessi.
Il moralizzatore di Coverciano ha compiuto una vera e propria impresa social-pallonara, riuscendo in un sol biennio a smontare ogni dogmatica leggenda da luogo comune del futbòl tricolore, riaccendendo otretutto la passione per una Nazionale che ha indossato senza indugi il nobile ed inedito vestito della novità. Certo è che, dopo la Waterloo del Sudafrica, era davvero impossibile fare peggio della vecchia e desueta banda lippiana. Ma neppure era scontato che chi avesse preso la guida del timone azzurro si sarebbe immolato in un repulisti cerebrale di tale forma e sostanza. Bene Cesare, ave o’ Cesare. Anche e soprattutto per esserti intestardito nella difesa ad oltranza di quelle due capre di Mario e Antonio, che sei riuscito a trasformare in veri tori d’area di rigore. Un po’ per merito loro, un po’ perchè il parco macchine dell’attacco italiano langueva e continua a languere di brutto. Grazie mister, anche per la piccola grande crociata sull’outing-gay, perchè dopo oltre duemila anni dalla Croce è ora che questi ignobili finti-puritani tabù vengano definitivamente sotterrati. Se poi Cassano inciampa su qualche frocio di troppo, chissenefrega. Bravo selezionatore, anche se quella del figlio preparatore te la potevi e te la dovevi risparmiare. Perchè altrimenti è inutile che professi etica e moralità, se poi sei il primo a fottertene. Per di più, in un frangente storico come quello attuale, in cui caste e familismo sono visti – a ragione – come il primo vero assoluto male italico.
Bene, grazie, bis Prandelli fino al Mondiale verdeoro. Ma ieri, caro Cesare, l’hai combinata davvero grossa. E questo è giusto dirlo forte e chiaro. Soprassedendo sulla scelta del Chiello che, da acciaccato, contro i crucchi aveva comunque risposto con onore, tutta la penisola pallonara si chiede (ma non lo scrive, ndr) quale sia stato lo schizofrenico raptus che abbia potuto portare all’ingresso del panetùn Thiago Motta dopo undici primi dall’inizio della ripresa. Minuti in cui l’azzoppata Italietta stava assediando il fortino-Iker e aveva sfiorato la marcatura in almeno due occasioni, una delle quali grida ancora al Totò-scandalo. E lui, il buon condottiero pulito che ci aveva fatti ri-stringere a coorte dopo un oltre un lustro, che ti va a combinare mai? Toglie uno dei più attivi di centrocampo, ma soprattutto mette dentro il più bradipo dei ventitrè, portieri inclusi. E per giunta, ammaccato di brutto. Basiti, stupiti e perplessi. Non so se più stupiti o più perplessi. Il colpo di Caronte del Prandellone ci lascia di stucco, di sasso, di Motta. Tant’è che la punizione divin-ucraina arriva puntuale e tragicomica dopo appena tre giri di lancette, smontando di netto ogni velleità azzurra e interrompendo con una cascata gelida l’imminente venuta dell’amplesso tricolore. Roba da matti. Non da Prandelli. Che ha però sul groppo e sulla coscienza l’intera debacle della ripresa, iscrivendo immeritatamente i propri ragazzi ad un cappotto d’altri tempi, ad una batosta storica che rimarrà negli annali. Perchè la peggiore di sempre.
Giocare la finale è un lusso. Perderla è legittimo. Subire l’umiliazione di ieri sera è cosa ben diversa. Perchè fa male e brucia assai. Perchè c’era oltre mezz’ora di gara da giuocare, un’infinità. Perchè stavamo chiudendo l’armata ispanica all’interno della loro area. E perchè con uno come Diamanti gli avremmo potuto fare ancor più male. Il calcio è strano, è pazzo, è fatto di episodi, momenti ed azioni. Forse ci avrebbero rifilato la manita, o magari, chissà, saremmo finiti all’extra time. Non lo potremmo mai sapere, perchè Motta è entrato rotto. E perchè Cesare non se l’è voluta giocare. Chissà perchè.
E ora non ci venga a confidare – come nella conferenza del commiato – che forse avrebbe dovuto avere più coraggio. Avrebbe dovuto fare semplicemente quello che ha sempre fatto, inserendo Alino per dar maggior fantasia ed imprevedibilità offensiva. E non ci venga più a raccontare che il campionato nostrano entra nelle con-cause della decimazione finale. Perchè è lo stesso campionato che gli ha consegnato – tirati a puntino – i vari Pirlo, Marchisio e GiGi Buffon. Ma anche Bonucci e Barzagli. Perchè se c’erano due-tre giocatori dilaniati o non in condizione, era sufficiente fare la cosa più lapalissiana di questo continente: sostituirli con altrettanti più freschi, se pur con più polvere addosso. Senza uscirsene con quell’assurda menata della riconoscenza o gratitudine pallonara. Che nel calcio, come nella politica e nella vita, puo’ sussistere solo a giuochi conclusi, e solo al momento dei bilanci. Non certamente a gara in corso. Né tanto meno prima di una finale che non vinciamo da quasi mezzo secolo. Altrimenti si commette un errore madornale. Altrimenti arrivano queste eurofigure di merda che ci fanno ridicoli oltremisura.
Cesare, o Caesar da Coverciano, ci dia retta, faccia con quello che ha, vada avanti per la sua strada di rinnovamento, continuando a cambiare le abitudini dell’homo pallonaro. Con o senza stages, con o senza progetto. E – ci faccia il piacere – lo lasci a casa il giovine figliuolo preparatore. O lo ripargheggi nella Fiesole. Poi via anche Cassano e Di Natale, e dentro tutta la banda degli Insigne-Verratti. Come han fatto i tedeschi. Ripulendo e costruendo. Verso la nuova era del futbòl bonito azzurro. Alla conquista del Maracanà.
Troppo facile parlare dopo e… anche se hai ragione sul cambio di Motta… come sempre esageri e drammatizzi troppo, diventando pesante.
Nick
Caro Nick,
troppo facile parlare dopo? Secondo me era evidente fin da subito che il cambio di Motta fosse sbagliato e che ci avrebbe pregiudicato le (comunque poche) possibilità di recupero. Bisognava far entrare Diamanti.
Ti dirò di più: se, come dice Prandelli (e non ho motivo per metterlo in dubbio), eravamo cotti, era probabilmente il caso di inserire subito Diamanti al posto di Cassano (così avevi più “gamba”). Poi magari al 65.mo facevi entrare Nocerino (anche lui capace di inserirsi e corridore allo stesso tempo) al posto del più stanco dei centrocampisti.
Invece Prandelli cosa fa? Fa entrare Motta (lento e di poca corsa) per Montolivo, che aveva appena mandato in porta Dinatale?
Ti ripeto: questi errori erano evidenti fin da subito; e io che stavo guardando la partita (…) ho subito segnalato le mie perplessità ad alcuni amici (che hanno condiviso i miei dubbi). Quindi non è un parlare a posteriori.
Sono comunque dell’idea che sia stato un grande europeo e che Prandelli sia da confermare; però le critiche, se sono fondate, vanno comunque espresse.
Se poi invece vogliamo dire che è tutto perfetto non hai che da dirlo; così vado a prendere i tarallucci, il vino e la frutta candita.
Saluti.
Romolo.
Ma sei Nick il cinghiale di Cento? Dario
Caro Romolo, questo tuo bel discorso va bene al bar. Il calcio vero è un’altra cosa… (ma tu hai mai giocato ad un livello decente?).
In Italia siamo tutti Cittì e tu sei uno di questi.
Non è tutto perfetto, però non esageriamo per favore. La spagna è di un altro pianeta e si è visto!
Nick (non di Cento e soprattutto non cinghiale)
Quindi Nick secondo te Prandelli è stato impeccabile? Secondo te era giusto far entrare Thiago? Siccome tu hai giocato a pallone a livelli decenti ti chiedo di spiegare perchè Prandelli ha fatto quei cambi. Magari mi sbaglio io.
Poi sul fatto che la Spagna sia di un altro pianeta non ci piove. E senz’altro anche se avessimo fatto i cambi giusti ci avrebbero battuto comunque; ma magari non ci avrebbero asfaltato.
Facci un discorso “non da bar” che lo ascoltiamo volentieri.
Cari saluti.
Romolo.
D’accordo su tutto, complimenti e critiche… unica cosa: nessun allenatore al mondo cambia mezza formazione iniziale in finale solo perchè FORSE alcuni sono stanchi o mezzi rotti. Ti fidi ciecamente di quelli che fino alla semifinale hanno fatto grandi cose e che ti hanno garantito equilibrio e vittorie.
Nessun allenatore del mondo sarebbe andato da (cito i più rotti/bolliti della finale) Chiellini, Cassano, DeRossi, Marchisio a dire: grazie di tutto ragazzi, ma la finale la giocano Balzaretti, Giovinco, Nocerino e Diamanti. Neanche Capello, neanche Mourinho… nessuno lo avrebbe fatto.
Ciao, Sambo
Ma l’avete vista la partita bambocci o volete star dietro per forza al vostro Vate? Non l’abbiamo vista per neanche mezzo minuto. Tacete, capre.
Maurizio S.
Prandelli ha scazzato, ma lo state crocefiggendo peggio di Barabba. Parlate anche di quello zoppo di Chiello.
Robby
Cari tutti,
voglio sgombrare il campo da ogni dubbio.
Io non voglio crocifiggere nessuno (parlo per me).
Voglio solo dire che Prandelli, fino al 45.mo della finale, era stato da 10 (voto a tutto l’europeo);
Poi per come ha gestito il secondo tempo della partita con la Spagna il voto (sempre a tutto l’europeo) è diventato 9,75. Tutto qui.
Nessuno vuole lapidare Prandelli.
Anch’io poi sono d’accordo con Sambo: nessun grande allenatore avrebbe fatto 5 cambi nella formazione iniziale rispetto alla partita precedente. E infatti io Prandelli non lo critico per quello.
Romolo.
Vedi che stai già tornando sulle tue idee?!!? ti criticano tutti. Comunque se Prandelli ha messo Motta un motivo valido nel suo zucchetto lo avrà avuto… o forse no? Poi è facile parlare dopo, se, ma, forse, poteva, doveva… tutte stronzate.
O forse vuoi farci credere che tu ne sai più di Prandelli??
Io che ho giocato a calcio, so che ci sono certi allenatori che all’equilibrio non rinunciano mai, e dico mai: Cesare è uno di questi. Tu che stai al bar non sai neanche cosa vuol dire.
Nick.
Scusa Nick, toglimi una curiosità, dov’è che hai giocato ad alti livelli? Nel Baracca Lugo? Questo avvalora la tesi per cui gli ex calciatori, in genere, capiscono poco o nulla di pallone. Tu rientri in pieno nel secondo gruppo.
Roberto
Povero Nick,
sei proprio scemo.
Mi dispiace aver sprecato tempo a cercare di chiarire il mio pensiero. Non ho cambiato idea, come sostieni tu. Le mie critiche a Prandelli le ho sempre riferite solo al secondo tempo della partita con la Spagna (per il resto dell’europeo dieci minuti di applausi). E questo l’ho sempre detto, fin dal primo intervento.
E non ho mai detto di saperne più di Prandelli. E’ ovvio che lui di calcio ne sa più di me. Ma cosa vuol dire questo? Che nessuno lo può criticare? Anche se di calcio lui ne sa 1000 volte più di me non significa che sia perfetto…
Ma poi cosa sto a parlare? Con uno che si atteggia a fare quello che ha calcato i campi di calcio? Che poi non sei neanche stato in grado di portarmi qualche motivo percui ha fatto entrare Motta (hai detto che “un motivo valido lo avrà avuto”…).
E poi sei proprio stupido…travisi le parole…non capisci il contesto…dici sempre che facciamo discorsi da bar ma secondo me in questo ambito ci stanno perchè qui non siamo a Coverciano, dove mi auguro possiate passare una buona estate, tu e quel cerebroleso di Fede.
Vostro, sempre affezionatissimo.
Romolo.
Mi pare, da lettore del Mlòn, ma poco intenditore di calcio, che tu caro Romolo sia un pelo troppo sbruffone ed offensivo. Vacci piano, altrimenti Caronte ti porterà via. Viva la figa.
Lorry
Io sto con Nick. Romolo lo vedo bene al bar di Reno Centese.
Fede.
Io mi fermo qui, non voglio fare polemica. Ma è meglio così, non voglio umiliarlo. Come si può vedere la gente sta dalla mia parte, e questo mi basta.
Nick
Come volevasi dimostrare, travisi le parole. E’ evidente invece come ognuno la pensi a modo suo (vedi Robbi, Sambo, Roberto… non mi sembra che loro stiano così dalla tua parte…). D’altronde il bello è proprio quello: il gusto del confronto, a volte anche frizzante. Ma tu questo non lo capisci, perchè ti metti sul piedistallo di quelli che “hanno giocato al calcio”(che poi non si è neanche capito dove), trattando gli altri con sufficienza. E lì ho sbagliato io, perchè avrei dovuto capire con chi avevo a che fare e che non valeva la pena mettersi a discutere.
Anch’io mi fermo qui. Almeno su questo siamo d’accordo.
Romolo.
Noooo! continuate vi prego, mi stavo quasi eccitando.
Alfio
Cazzo anche a me faceva piacere se continuavano.
Mi divertiva troppo vedere tutte le arie da intenditore che si dava nick. Dovrebbe scendere dal pero…
Matteo