Durante la commemorazione della Giornata della Memoria in quel di Milano, Silvietto nostro incappa nel solito suo vizietto da palcoscenico inattivo. Eh sì, perchè ogni volta che non è lui a gestire la platea adulante di casa propria, l’ex premier non riesce proprio a smorzare il proprio sonno fanciullesco. Così, dopo le fatiche immonde dell’ultimo mese da survivor televisivo – e dopo l’attacco coronarico dell’altro giorno – ecco che arriva il crollo verticale proprio al momento del discorso del nemico-Monti, e guarda caso a fianco della dame del primo ministro dimissionario.

Che le parabole tecnico-tattiche del Proffe non siano il massimo della vitalità è roba nota, ma quest’oggi il Cav si è davvero superato, e di brutto. Prima la lotta intestina col sonno che oramai si è impossessato del suo cerone, poi lo strapiombo e la resa incondizionata. Incurante e strafottente delle teorie montiane, e in barba assoluta alla old-lady Monti, anch’essa – va detto – non propriamente presa dalle robotiche trame del marito. Ma poi, quando tutto pare  finito, quando sogni e olgettine paiono essersi impossessate di lui, ecco che il Près riesce ancora una volta a stupirci, con quel geniale coup de theatre che fa del Berlusca un essere nettamente superiore a noi tutti comunissimi mortali. Così, al momento della chiusa della Monti-commemorazione, e appena udito dal profondo letargo il suono flebile dello scroscìo degli applausi salvifici, ecco che Silvio nostro risorge e resuscita di scatto, acclamando il Professore e sbattendo i manoni con impeto ed assoluta veemenza, quasi a volerne richiedere il mortifero “bis!”. Come neppure il più esaltato capo ultrà della compianta Fossa dei Leoni.

Onore a te, Silvio il Beato.

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