Tra il dilagare del Napoli già ansioliticamente definito beniteziano al cospetto del nulla rossoblù, la mezza rinascita nerazzurra targata difesa&Mazzarri, l’acuto giallorosso firmato romani&romanisti, lo squillo arrischiato biancoceleste, la solita magic Juve e la tragica classica prima fatal Verona (in attesa di un “mercoledì da Allegri), voilà che i titoloni plastici della prima se li prendono con “garra” e interessi due spettacolari interpreti del campo e fuoricampo pallonaro.

Uno è il Dio incontrastato della Sardegna calcistica de nò altri. Quel Cellino Massimo che, per non darla vinta a giunte comunali e Is Arenas varie, ha preferito farsi qualche bella sbrandata dentro il buon vecchio gabbio. Il patròn cagliaritano, dalle tribune del solito “prestito” triestino del Rocco (forse l’ultima in Friuli, ndr), subito dopo il vantaggio rossoblù sull’Atalanta (Cabrera, ndr) si è fiondato dalle tribune fin a quasi bordo campo, gridando ed sbraitando a mister Lopez (“Diego!”) di far entrare l’esterno Ibarbo. Poi, dopo il l’ingresso del colombiano negli ultimi venti minuti del match, ha dato lui stesso indicazioni all’attaccante, intimandogli di restare sulla fascia destra (“Ibarbo, vieni qua, sulla destra, a la derecha”) suscitando il delirio dei (pochi) tifosi isolani in quel di Trieste. Pizzetto, basetta, codino e giubba in pelle da vero rocker de nò altri, il Cellino della domenica vince per distacco la corsa domenicale all’ hombre del partido. Per me, per noi, fenomenale.

Staccato, ma non troppo, l’entraîneur giallorosso Rudi el gringo Garcia che, beccato di brutto in flagrante a telefonare dalla panchina al suo tattico seduto nelle tribune dell’Ardenza di Livorno, prima si giustifica alla bene meglio, un po’ goffamente: “Ho usato telefono perchè radio non funzionava; sapete che parlo con mio tattico che segue dall’alto il primo tempo. Vietato? In Francia è diverso” (cazzata, ndr). Poi, in un vero e proprio colpo di reni da genio monicelliano, con fantasia-intuizione-colpo d’occio e volocità d’esecuzione, chiosa alla Philippe Noiret: “Non c’era il risultato sul tabellone, stavo mandando il risultato ai miei collaboratori“. Garcià, bonne la première. Chapeau.

 

 

 

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