Sono sempre loro. Gli imbecilli ultras. Nella fattispecie acquilotti biancocelesti. Gli stessi che obbligano i giuocatori a fine partita a cospargersi il capo di cenere e mettersi in ginocchio dinanzi a loro, senò magari sò mazzate. Gli stessi che contestano da mille anni la gestione-Lotito che ha portato coppe e sempre Europa, costringendo il “gordo” Claudio a dotarsi di scorta.
Gli stessi idioti che sostenevano la scalata del fu Chinaglia, che poi si scoprì essere il fantoccio dei Casalesi. Gli stessi delinquenti che inneggiavano all’onore assurdo di quel criminale di guerra che era quel gentiluomo della Tigre Arkan. Gli stessi che anche oggi, come del resto da anni, contestano sempre comunque e a priori la squadra – anche quando forse disputa la miglior partita dell’anno – facendo galleggiare l’intero ambiente laziale in un continuo stato di eutanasia ansiolitica da ultima spiaggia, che certo non può giovare a calciatori, tecnico e presidente. E gli stessi poveri beoti rincitrulliti che si portano dentro due striscioni che solidarizzano con quei buontemponi neo-nazisti di Alba Dorata in memoria dei due militanti uccisi a colpi di kalashnikov.
Anche se poi è normale che venga da chiedersi come cavolo facciano tutte le stramaledette domeniche ad entrare questi cazzo di striscioni, ovviamente solo ed esclusivamente nelle mani dei famigerati gruppi ultra-organizzati. Quando invece a nò altri – poveri tifosi mortali che pagano e fanno fila e tornelli sotto l’acqua – ci tastano pure genitali e orifizio pur di raccattare un qualche misero accendino Bic da quattro soldi o un tappetto di minerale, che altrimenti il quarto di litro potrebbe tramutarsi in pericolosissimo oggetto gravemente contundente.
ULTRA’ VATTENE! Firma anche tu!