Sono tutti ostaggi. Gli inermi giocatori, costretti ad andare a colloquio con quegli assurdi energumeni capo-popolo della curva. L’allenatore e il direttore sportivo, che non provano nemmeno ad opporsi allo svilimento umano e professionale cui sono sottoposti i loro calciatori.

Le società, che dall’alto vedono e scrutano quest’indegno e macabro spettacolo, ma vigliaccamente si tiran su la giubba voltando gabbana onde evitare rogne e guai. Tutto il resto della stragrande maggioranza “normale” e civile della gradinata, dove stanno assiepati i venti Ras che li spadroneggiano a bacchetta, che manco un coro di dissenso o una mezza bordata di fischi, che magari li farebbe disonorare e svergognare a casa loro. E addirittura per giunta buona parte del giornalismo sportivo stampato-radio-televisivo, che non ha neppure il minimo coraggio sindacale di prendere le distanze e condannare fermamente e telegraficamente questa vergognosa farsa di stampo mafioso, ignominia ridicola e gravissima al tempo stesso. Perchè quando senti un’emittente a pagamento (Premium, ndr) il cui inviato all’Olimpico definisce “giustificate” tali becere proteste ultrà, mentre da studio (Mikaela Calcagno & C.) si vedono bene dal prendere una qualsivoglia posizione che manco Ponzio Pilato (e dire che li dovrebbero pagare anche per articolare opinioni), ecco che gli unici rabbiosi sentimenti che ci assalgono le arterie non possono che essere di schifo, sdegno e conati di vomito. Perchè sono tutti ostaggi.

Situazioni come quelle di ieri sera a Roma, oramai follemente quotidiane nel panorama pallonaro italico, rappresentano quanto di più allucinante ed inconcepibile possa verificarsi attorno ad un rettangolo di giuoco, oltre che diametralmente opposto ed antitetico a ciò che dovrebbe rappresentare la mera cultura calcistica e sportiva in genere. E il fatto che tutti i protagonisti coinvolti – interni ed esterni – siano assolutamente disarmati ed omertosi nel trattare questo cancro, ci fa atrocemente capire che la questione è purtroppo trattata con regime da prassi consuetudinaria, come un’abitudine così frequente da diventare ordinaria e regolare. Succede ogni sabato e domenica, a pranzo piuttosto che a cena, dunque è normale no?! No, cazzo. Non è normale. Almeno in uno stato occidentale e di pseudo-diritto come il nostro.

Non è normale che un bestione ultrà possa salire tranquillamente su una balaustra e impossessarsi di stadio e giocatori senza che le forze dell’ordine non muovano un sopracciglio. Non è normale che una dirigenza seria ed un allenatore professionista permetta che i propri colori siano sfottuti ed umiliati al pubblico ludibrio, e che non intervengano con celere immediatezza per riportarli uno ad uno dentro il sottopasso. Non è normale che calciatori con un briciolo di dignità si mettano a trattare con un povero imbecille cercando pure di rassicurarlo chissà su quale cazzo di onore ed altre ridicole garanzie tipo il cuore e l’attaccamento alla maglia e bla bla bla. E non è assolutamente normale che nessuna istituzione del nostro beneamato Calcio rimanga in un assordante e complice silenzio pilatesco, come fosse lesa maestà parlare di questo branco di pecoroni violenti che dominano e sputtanano il gioco più bello del mondo.

Tommasi, Albertini, Abete, Prandelli, e anche il signor Alfano, è possibile sentire santiddio per una santa volta un coro unanime di condanna pura e dura, senza dover sempre e pietosamente ascoltare un mare di banalità giustificanti e appelli vili ed accorati al quinto emendamento?! Gli ultrà da oltre un trentennio stanno dichiarando guerra frontale al pianeta Pallone, lucrando e pisciando in faccia a tutti i suoi componenti, ridotti ormai a tante misere comparse schiave e terrorizzate al solo pensiero di affrontare l’annosa questione. Di questo passo, dopo essersi presi stadio, giocatori, società e pure qualche assessorato, questa manica di delinquenti si impossesserà anche di tutto il resto. E soprattutto di noi, che siamo la grande immensa marea del cuore pulsante del tifo puro, passionale e genuino. Ma sempre più disgustati da questo ignobile atteggiamento-ultrà, e ancor di più dall’irresponsabile assenza e lassismo complice di chi comanda. Che è così vicino ed attaccato ai suoi sacrosanti diritti, ma così tremendamente lontano dai propri doveri e obblighi concreto verso il vero popolo del fùtbol.

 

ULTRAS VATTENE !

 

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