Tra poco celebreremo la sepoltura delle esequie di Giampiero nostro. Prima però, delineiamo i tratti della sua personalità defunta e la cronologia di questo consapevole e annunciato calvario azzurro.
Supponente: snatura il gruppo con il folle e altezzoso 4-2-4 di Italia-Spagna.
Presuntuoso: mantiene il modulo nelle restanti partite di qualificazione, per tenere il punto, non ammetter l’errore e millantando rettitudine schienale.
Sfiduciato: riunione dei senatori in campo a Coverciano, senza Ct. Roba mai accaduta a queste latitudini.
Distruttivo: per far contenti gruppo, stampa e populino, e per farci uno sgarro di ripicca permalosa, con la Svezia ritorna al medieval catenacciaro 3-5-2 (roba che manco il Trap) esautorandosi completamente.
Confusionario: nel secondo tempo svedese cambia ancora, ribadendo il suo credo ormai dileggiato, tornando al 4-2-4, mettendo tutti fuori ruolo, partendo da Insigne a metà campo.
Imbarazzante: nel post partita si attacca bofonchiamente all’arbitro, implorando e pregando Padre San Siro per il ritorno.
Diabolico: nella partita della morte metterà dentro dentro Jorginho e, soprattutto, Gabbiadini (doppio bah!), mai impiegati nel girone. Inserendo l’esterno Florenzi sulla mediana, e segando il fulcro De Rossi, sempre presente nel cammino mondiale. Con Insigne ad accomodarsi.
Dopo la Spagna, Giampiero Ventura nostro perde totalmente la bussola, biascicando, creando confusione ed imbarazzi, mostrando insicurezza a gruppo e opinione pubblica, mostrandoci plasticamente di non regger più la tensione da Cittì, e dando la concretissima idea di non veder l’ora di tornarsene sulle rive liguri senza dover passar dal check in della steppa russa.
Impastato. Spaesato. Inadeguato.
E Peccato.
Perché prima della Spagna Giampy aveva realmete iniziato un buon processo di cambio generazionale e ringiovanimento di gruppo, idee e mission.
Poi, come spesso accade agli orgogliosi incorreggibili e arroganti, è stato divorato e rosicato dall’adonismo latente e forzato di chi vuol imporre cocciutamente un modus ideologico dalla notte al dí. Senza manco aver tempo ed anticorpi parassitari per poter supportare e sopportare l’immane stress e pressing quotidiano Nazional popolare.
Ritrovandosi maledettamente solo, chiuso nel suo inopportuno e sprezzante guscio tattico.
Bastava invece, caro Ventura de nò altri, far un semplice retropasso non drammatico ed un lieve e rilassatissimo mea culpa post Iberia, resettando lo 0-3 e ritornano sulla Terra italica, rimettendo ogni pedina al loro posto, a quello che madre natura gli ha fornito. Verratti, Immobile, Insigne, Candreva e altri. Tutti al loro sito. Tutti nella collocazione ideale. Che i ganzi di tattica e moduli chiamano 4-3-3.
Naturale, offensivo, italianissimo.
Ciao Giampiero, impareggiabile visionario.