Ancora una puntata, un episodio sempre più esilarante che va ad arricchire la show dell’estate 011, il Peppino Aurelio Show.

Emozionante come un puntata dell’A-Team, palpitante come un film di Cicciolina, irriverente come e più del David Letterman, eccolo, siòri e siòre del grande pubblico del calcio estivo, il sempre più teatrale ed anticonformista Don Aurelio “the boss” De Laurentis.

Dopo essersi mimetizzato furbescamente in mezzo alla conferenza stampa del buon Mazzarri, in versione Old Gianburrasca, e ancor dopo aver intrattenuto più di due migliaia di spettatori sulle tribune del rettangolo di Dimaro, come il miglior Tullio De Piscoco, eccolo nella sua più limpida e magistrale interpretazione, L’Aurelio furioso (e fuggitivo).

Con la parvenza e la presenza scenica del Boss di Soccavo, nello scenario colmo di trepidanete patos ed attesa spasmodica quele era lo studio televisivo della diretta dei Calendari di SerieA 2011-2012, Pierino De Laurentis si esibisce come non mai, in uno sfogo che passerà alla storia nel recente contemporaneo pallonaro e non, ed è probabile che anche l’amico e cumpà Totò si sia rivoltato dalla lapide per plaudire le sue geste e chiederne a squarciagola il bis.

Il can-can dei calendari stava continuando a stilare la sequenza delle giornate del massimo campionato e, tutto d’un botto, senza preavviso come concerne ai massimi interpreti dell’improvvisazione napoletana, Peppino Aurelio inizia senza tregua il suo più virulento show-cabaret, tuonando seriosamente e con le gocce di sangue che gli scorrono anche nel gellato manto capellifero: “Siete delle merde, voglio tornare a fare cinema!”. Poi, mentre recita la scena dell’abbandono, rincara la dose alle comparse giornalistiche, inviperito:”Mi vergogno di essere italiano”, “Penso di cambiare paese e cittadinanza”. E qui, ecco il genio; l’uscita di scena da grande artista, da sommo protagonista dei palcoscenici, da attore consumato e navigatissimo, evitando ed anticipando l’applauso dei suoi fans con un colpo di teatro pazzesco. Se ne va verso l’uscita degli studi, ferma al volo e blocca un ragazzo in scooter con la destrezza di un trapezista, poi zompa su, montando col giovane come nulla fosse (senza casco, ndr), fuggendo e lasciando perdere le sue tracce, dopo aver eluso la marcatura pressante dei giornalisti “cornuti e mazziati”, e mostrando all’orizzonte con divino non-scialans i suoi personalissimi titoli di coda (con allegato dito medio per la censura, diciamo noi). Chapeau.

Poprio come diceva il Maestro Monicelli, interpreta e mette in pratica all’unisono tutte le componenti fondamentali del genere “Genio”: fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione.
Alla prossima puntata, cari amici del mondo pallonaro e dintorni, con le avventure di “Peppino Aurelio Show”.  E, ricordatevi, chi cambia canale, è una merdaccia!
 
 
(continua, eh se continua…)
 
 
 
 

 

 

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