Ritorna dopo un po’ di tempo la rubrica “Oggi sto con…” e, come nella prima occasione in cui ci esprimemmo dalla parte del giovane sindaco rottamatore Matteo Renzi, anche in questo numero stiamo con le opinioni di un rappresentante del Pd, un po’ sui generis, uno che non le manda a dire, in pratica un battitore libero: l’ex sindaco veneziano Massimo Cacciari.
Che ha detto il filosofo di tanto significativo da finire nella temutissima rubrica di Mlòn? Nulla di eclatante, niente di così eccitante, piuttosto concetti semplici, logici, quasi banali, che disegnano però il volto attuale del più grande sindacato italiano, la CGIL di donna Camusso, ovviamente.
Che ha detto il filosofo di tanto significativo da finire nella temutissima rubrica di Mlòn? Nulla di eclatante, niente di così eccitante, piuttosto concetti semplici, logici, quasi banali, che disegnano però il volto attuale del più grande sindacato italiano, la CGIL di donna Camusso, ovviamente.
Ad un’intervista rilasciata a il Giornaleil filosofo veneto definisce senza mezzi termini il prossimo sciopero indetto dalla rossa organizzazione per il 6 settembre, “una fesseria colossale”. Cacciari parla di un “buon merito” nello sciopero, perchè a suo dire i motivi ci sono, ma con una assoluta inutilità di fondo, per una manifestazione che, secondo il barbuto Massimo, non porterà alcun risultato, perchè il marchio monopolistico CGIL denota uno spaccamento totale tra le tre sigle sindacali che “spezza l’unità nazionale”.
E come dargli torto, al filofoso Cacciari, uno dei pochi che riesce sempre ad inquadrare la realtà dei fatti e delle cose in maniera tremendamente lucida e distaccata. E tutt’al più da tesserato del Pd, partito che lui stesso definisce “al collasso”, e che in questi giorni è esortato dal suo leader minimo ad aderire ad ogni qualsivoglia manifestazione, che sia uno sciopero Cgil piuttosto che una sagra del cotechino, ma che comunque esprima un dissenso a priori alla manovra del Governo; della quale, occorre dirlo, di certo ancora si sa ben poco.
Come a dire, ci troviamo in tre quattro squinternati con uno striscione anti-Cav ed un gran bandierone del Chè, e voilà che il buon mastro-geppetto Bersani si presenta a darci man forte con la sua bella delegazione democratica.
Magari con Rosi Bindi che indossa il cappellino “alla Cipputi” della Camusso…