Stasera alle ore 19 nel prime time pomeridiano dovrebbe essere presentato il decretone anti-crisi, con Silvio e Giulio in prima fila dopo i colloqui di ieri al Colle da un Napolitano sempre più tessitore, ormai in versione Napoleone della Repubblica.

Ancora in alto mare fino all’altro ieri, la manovra bis sembra avere preso forma e vita, anche se le operazioni di correzione sono un moto perpetuo, in real time. Quel che ne esce è che con tutta probabilità sarà l’ennesimo decreto targato Giulietto, come sempre uomo solo al comando, e poco avvezzo a tirar la volata per altri. […]Giulio non ammette deroghe, dibattiti, non intende dividere con nessuno le sue formule, vuole carta bianca, vuole solo la sua penna per la firma finale. A questo ennesimo giro di manovra il Nostro pare però più solo ed isolato del solito (non che questo lo turbi particolarmente), ed anche i vecchissimi amici sembra che inizino a dargli le spalle. Anche Re Umberto, da sempre il più solido tutor politico del Tremontino, inizia a dargli addosso e, tra un dito medio in pompa magna ed un rutto al sapore di mare, definisce l’intervento del superministro di ieri mattina “fumoso”, in pratica un discorso che “non mi convince”.

Sappiamo che in quest’ultimo anno il senatùr sta correndo una gara molto per conto suo, alla “battitore libero”, senza curarsi molto se il suo interlocutore sia Di Pietro piuttosto che il Cav, oppure Napolitano invece di Scilipoti. Certo è che con l’Umberto pare cadere l’ultimo baluardo di pura e dura resistenza tremontiana, su cui fino all’altro ieri c’era una totale fiducia da parte del carroccio, a priori ed incondizionata, tanto che Giulio è sempre stato annoverato come un esponente e ministro leghista, più che pidiellino.

Tremonti contro quasi tutti, questa non è una novità. Tremonti contro tutti. E’ qualcosa di diverso, di inedito, di inaspettato.

Con  Silvio, si sa, è gelo totale, due modi diametralmente opposti di vedere l’economia, la crisi, e la vita stessa.  E da qui il legittimo interrogativo, cui segue immediata risposta: “Visto che siete così diversi in tutto, perchè Cav. lo hai nominato ancora ministro?”. Semplice, c’era da tempo il veto della Lega. Con le parti dell’opposizione ancor peggio, tanto che ieri mattina (suscitando in seguito le ire del Berlusca) ha ritenuto superflua e non obbligatoria la partecipazione delle “altre forze” al dibattito ed alla manovra. Di Pietro lo ha già commissariato da tempo (a zio Giulio) , Fini non si è mosso dal suo ultimo faccia a faccia ai tempi del penultimo governo Berlusconi, in cui il Signor Tulliani gli sillabò veemente: “di politica non capisci un cazzo”. Bersani, e non ce n’erano dubbi, continua laconicamente a tuonare in faccia a chiunque del Governo gli si presenti davanti: “Berlusconi deve dimettersi”, e figuriamoci se non lo fa con l’amico Giulietto assieme al quale ha sempre sfornato prestazioni cabarettistiche di altissimo livello (Ballarò, ndr). E non parliamo poi delle cosiddette parti sociali (sindacati e dintorni) in cui, oltre agli scontatissimi, ripetitivi e ridondanti NO! di Donna Soviet Camusso, si aggiungono anche i veti delle altre sigle, con Bonanni tristemente in prima fila, lui che invece anche nel recente passato è sempre stato ottimo dosatore di saggezza e buon senso.

Fin qui è la regola, il dejà-vu, il preventivabile. Da ieri, però, lo Zio Giulio ha altri nuovi nemici, sia tra gli oppositori che però potrebbero votargli a favore, sia tra i banchi degli stessi compagnoni di partito. E’ si, perchè la dichiarazione del brizzolato Pierferdi Casini dopo il pronunciamento di Tremonti (“questo scemo è da ricoverare”) non lasciano ombra ad alcun commento aggiuntivo, dandoci il senso di quanto sia “amato” tra gli scranni parlamentari il super ministro Erremoscia, e soprattutto di quanto poco abbia fatto per farsi benvolere considerando i toni, più da  caserma che da emiciclo, usati anche da colleghi con i quali ha condiviso più di una decade di militanza governativa.

Ma non finisce qui, Zio Giulio. La bacchettata finale sulle asticelle dei tondi occhialetti del Prof. Tremonti la danno quattro parlamentari Pdl che, capitanati dal prode “predellino” Stracuadanio, dichiarano a mezzo agenzia di stampa che il loro voto favorevole, se così dovesse essere confermata la struttura del decreto, non è assolutamente sicuro.

Ed oggi, c’è da aspettarselo, è molto probabile che un’altra mezza mazzata ed un altro Niet! possa arrivare anche dai sommi Enti Locali, riuniti proprio in questo momento con il Governo (ve lo anticipo, c’è già  un Formigoni piagnone ed incazzato sui tagli alle Regioni).

A proposito di Enti, di annullamento o quantomeno “ritocco” delle Province, ovviamente neppure l’ombra, ma c’era da aspettarselo. Perchè in Italia più un problema è palese e viene sollevato di continuo, più finisce nel dimenticatoio, più diventa intoccabile. Ed anzi, vedrete che anche le stesse nonne-province con i nipoti-comuni avranno qualcosa di cui lamentarsi, statene certi.

Buona fortuna Giulio e, non preoccuparti se questa non sarà venuta proprio proprio come volevi tu, perchè vedrai che tanto tra un annetto avrai già la possibilità di rifarti. Con l’ennesima manovrina tampone.

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