Correvano le ore 10.06 AM di un sonnolento giovedì di mosci lavori presso la Camera dei Deputati. Da lì a poco accade quello che nessun parlamentare tra la prima e seconda repubblica avrebbe mai potuto immaginarsi, nemmeno nei peggiori film di Thomas Miliàn. Ecco che lentamente ma in maniera inesorabile va a diffondersi per tutto l’emiciclo un acre odore, talmente forte ed aspro da far concorrenza alla somma munnezza della Napoli Bene.
Agguato? Complotto? Spectre massonica? O più semplicemente uno scherzo di qualche buontempone anarchico-dipietrista che ha inondato i bocchettoni ed i condotti dell’aria condizionata con una serie carnevalesca di fialette puzzolenti tipo uovo marcio? O, più semplicemente, Renatino Brunetta aveva lisciato di brutto il tornello del bagno, piombando così clamorosamente dentro lo scarico del wc? Misteri ed apparizioni che vanno ad infittirsi. Paura, eh? Non ancora.
C’è chi addirittura paventa che qualche neo-brigatista abbia macabramente introdotto teste di animali sgozzati a mano (cavallo, mucca, ma anche pachiderma), oppure sia arrivato ad inserirne uno intero (del tipo elefante di Montecitorio) che sta procedendo nel suo agoniato processo di putrefazione, nel proprio orrendo e pietoso marcimento. Mah, boh, sarà. E l’ansia da horror s’impenna.
Il mistero si va comunque infittendo più passano le ore, e va facendosi larga pure l’ipotesi che sia stato lo stesso Presidente Fini in persona a creare tale fetido sconquasso, facendo egli fuori in prima persona gli ultimi tre transfughi di Flì, tanto da mandare su tutte le furie Gianfry in Tuallini, accortosi improvvisamente che, con gli scarni reduci avanzati, la sede di Futuro e Libertà non avrebbe più raggiunto il numero legale neppure per fare uno scopone scientifico. Dei tre, per l’appunto, non si ha notizia alcuna da un paio di giorni. Paura e delirio alla Camera.
Mentre si attende a breve la relazione dettagliatissima dell’On. Danny de Vito Scilipoti, che proporrà sgombero coatto ed agopuntura almeno tre volte al mese, inizia timidamente a prendere piede tra i parlamentari insospettiti l’idea balzana che ciò che ha intorpidito l’aire parlamentare non sia stato altro e niente meno chè il logico risultato pubblico-reale dell’approvazione di una ennesima manovra inconsistente. Quando il malumore, quindi, si trasforma in asfissia.
Sgomento e panico tra i banchi.
Della serie: si raccoglie ciò che si semina. Ma anche: si respira ciò che si produce.