Se l’inizio della gestazione dell’era Monti sono l’ombrello di Tonino Di Pietro davanti a Palazzo Grazioli e l’esultanza con tanto di brindisi di Gigi Bersani, beh forse il governo dell’emergenza non nasce sotto i migliori auspici.  Se si possono comprendere le scene di giubilo da finale mondiale di una massa che ha vissuto per vent’anni quasi esclusivamente nell’odio verso il Cavaliere, sono molto meno decifrabili certi plateali gesti di alcuni pseudo leader che, poi, vanno a chiedere al Parlamento di aprire una nuova stagione di coesione amorosa non belligerante. 

Saranno solo gli ultimi rigurgiti di antiberlusconismo? Bah. Inutili e fuori luogo anche i commenti di Silvio & Co. riguardo alle manifestazioni festanti ed insultanti davanti a Quirinale e residenza berlusconiana. Che si aspettava Presidente, lacrime, baci ed acclamazioni? E anche lei, ministro Romani, che ha mandato ferocemente affanculo la piazza, non facendo altro che confermare la fondatezza di quei pur beceri epiteti. Ci si deve rendere conto che non è più il momento di parlare e straparlare appena se ne colgano voglia ed opportunità, è ora che capiate tutti, cari ed a noi carissimi parlamentari, che è giunta l’era del silenzio, quello più lungo e costruttivo, perchè ora servono i fatti, quelli concreti, quelli veri. Testa bassa, capo chino, spalle larghe. E bocca cucita.

Perciò Silvio, cribbio, risparmiaci questo cazzo di videomessaggio alla nazione.Sarà un governo totalmente, o quasi, tecnico. E totalmente, o quasi, bocconiano. Vedremo. Auguri. Quel che appare oggi, prima ora della Terza Repubblica italica (quella dello spread) è che l’unità eterogenea che si è creata a tempo di Bolt verterà su di un equilibrio ed un filo molto molto flebile. Scansando ogni residuo dubbio rispetto al quale la decisione che il mister Napolitano ha preso è senz’ombra di dubbio la migliore e quella giusta, ci si interroga minuto dopo minuto su come potrà mai dialogare un Parlamento che per oltre tre lustri non ha saputo far altro che insultarsi, scannarsi, odiarsi. Ma non così, per gioco, lo ha fatto proprio per davvero.

Ora, tutto d’incanto e per magia è bastato togliere il Satrapo di Arcore dallo scranno di Palazzo Chigi per ritrovare una normale e civile convivenza? Ce lo auguriamo davvero tutti, ma siamo tutti altrettanto scettici, per usare un eufemismo. Non poniamo limite alcuno alla provvidenza nazional popolare, ma la convivenza forzata di anti e pro Silvio pare avvicinarsi più ad una favola piuttosto che ad una solida certezza. E la realtà, lo sappiamo, è sempre molto differente. Figuriamoci poi la politica. Cert’è che, nel caso il governo Monti riesca per davvero ad approvare riforme serie e necessarie, allora a quel punto saremo stati veramente da esempio per tutti e, la lezione, per una volta, l’avremo data noi al mondo intero, compresi i maestrini UE Angela e Sarkò. Compreso mister Barak, che è meglio che si guardi dall’invasione economica cinese, piuttosto che dire cazzate internazionali ed associarci ad uno stato come la Grecia, con cui nulla abbiamo da spartire.

Il prossimo futuro recente dell’agenda di governo è molto semplice, servono subito taglio netto delle pensioni ed una forte patrimoniale, va detto chiaro. Monti lo sa, perchè lo aveva già detto in una recente intervista dalla Gruber. Ma Pd e Pdl ce la faranno poi a staccarsi dalle forti pressioni sindacali e lobbistiche? Tirando dritto anche se vi saranno spaccature al loro interno? Bah.

Se il Rettor Mario Monti riuscirà negli intenti, fottendosene della  Camusso e dell’impopolarità, allora altrochè senatore a vita, gli si dovrà conferire la massima onorificenza possibile. Quella di Supereroe.

 

 

 

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