Santiago del Cile, andata e ritorno. Trentacinque anni dopo l’unica ed indimenticata conquista azzurra dell’ambitissima insalatiera, arriva il non meno importante riapprodo dell’Italtennis nella massima serie, nella A del campionato del mondo della racchetta maschile. A sancire la fine dell’era inferno-purgatorio è il doppio formato dalla collaudatissima coppia Fognini-Bolelli. L’avversario, il Cile, è quello delle grandi occasioni.
 
Finalmente, era ora, non se ne poteva davvero più di vedere (o meglio, di non vedere) i racchettari italiani gareggiare nelle sperdute lande del baltico est -uropeo o nel Sudamerica meno glorioso. Applausi ai ragazzi, applausi a coach Barazzutti (lui, sì, che c’era nel ’76, a sconfiggere il regime Pinochet) ma, occorre dirlo, il movimento degli uomini è ancora ben lontano dall’essere competitivo nei circuiti del Grande Slam, per non parlare del gap   nei confronti delle titolatissime cugine-donne, ancora inarrivabili. Se si pensa che nei primi 100 del ranking Atp quelli con casacca azzurra sono appena quattro, e per altro vanno dal n.39 di Fognini al 92 del “vecchio” Volandri, capiamo quanto sia ancora tortuosa ed altamente in salita la strada da percorrere per poter parlare di movimento in crescita. E questo, Binaghi e Petrucci lo devono tenere bene a mente.
 
Ma oggi va bene così, anzi benissimo, e godiamoci, dopo dodici anni di grigissimo anonimato, il ritorno al Tennis che conta, con la consapevolezza di entrarci come matricola, in punta di piedi, ma con quell’immenso entusiasmo che ha sempre contraddistinto le nostre risalite sportive. Senza però dover sempre passare per forza dalla solita Santiago del Cile…
Italtennis, dai nèn!!!
 

La partita, i video, le foto

Coppa Davis ’76 da “Una vita in rosa” di C.Cannavò

 

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