Pazzesco, inconcepibile e surrealmente mai visto. Corre il minuto 32 di Fiorentina-Novara, con i piemontesi che hanno appena raddoppiato su rigore. Delio Rossi chiama la sostituzione Olivera per Ljajic. Il ventunenne serbo non la prende benissimo, applaudendo ironicamente e a più riprese il tecnico, mettendoci pure il carico da novanta del pollice alto a mo’ di Ok (ancor più sarcastico).
 
Gesto deprecabile, senza dubbio. Assolutamente docile e oxfordiano, però, se lo si mette a confronto con la furia omicida che da lì a pochissimo avrebbe scaricato il “Pazzo Delio”. Due passi indietro, l’indice minaccioso rivolto verso il l’infante serbo, e l’aggressione dall’alto verso il basso in piena regola del Bronx. Presa plastica al volo, bersaglio immobilizzato, due brevi e veloci caricamenti, e via ad una serie di colpi a “martello”, che vanno a zittire e demolire il giovane fantasista. Che, messo alle corde dal più esperto e rabbioso avversario, cade più volte nella buca della panca del Franchi, tant’è che il quarto uomo deve interrompere l’incontro per knock-out al terzo colpo. Quel che è certo è che il ragazzo, per un bel po’, sicuramente la smetterà di fare il simpatico sbruffone.
 
La famiglia Della Valle abbandona anzitempo la tribuna d’onore, con la speranza più viva e sentita che abbia già preparato e fatto firmare al mister Rocky la più cordiale e tempestiva lettera di licenziamento. Perchè Delio Rossi avrà anche perso la testa ma, se questo è ancora uno sport che verte sulle medesime regole del mondo reale, è fuori discussione che ora  dovrà anche perdere il posto e, tanto più, il lauto stipendio. Subito. Senza conferenze stampa, senza proclami, e senza quell’inutile e stancante retorica pallonara. Prima che Abete parli, prima che Tommasi bofonchi, e prima che il buon vecchio Ulivieri si possa incatenare davanti agli spogliatoi viola. 
Che sia condanna ferma e totale. E che il Pazzo Delio abbia un anno intero per rifletterci su e ripensarci all’infinito. Espiando. Pentendosi. Vergognandosi.
 
 
 
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