Partiamo dalla solita polemica che infiamma ulteriormente l’ennesimo barcone di disgraziati che è atterrato oggi moribondo al largo della martoriata Lampedusa.
Sostenere come dice il vice capogruppo della Lega alla Camera Gianluca Pini che la responsabilità morale delle morti odierne è da attribuire al duo Boldrini-Kyenge è solo un’immane idiozia. Scafisti e clandestini non vengono certo incoraggiati nell’affrontare viaggi oltre la sopravvivenza da alcune dichiarazioni di intenti di un paio di ministre pro-ius soli. Non diciamo fesserie. Anche perchè i barconi tra giugno ed ottobre arrivano da quasi mezzo secolo. Ed è una panzana sesquipedale anche la favoletta che con Maroni al Viminale non sbarcava che mezza zattera. Magari il flusso era rallentato, ma approdavano, eccome se approdavano. Affondando pure.
Come risulta stucchevole il classico benaltrismo con scarica barile all’italiana dettato da una cieca e assurda emotività del momento. Renzi che vuol cancellare la Bossi-Fini, dimostrando per l’ennesima volta di dover tapparsi il becco nei momenti clou. Nonno Napolitano che pensa di stroncare i traffici criminali cooperando coi Paesi di provenienza dei clandestini. Come bastasse un tratto di Bic rossa. Berlusconi che manda l’emissario Alfano sull’isola, rimettendo per un giorno le gerarchie al loro posto e calmierando la departita dei dissidenti diccì. E poi il delfino stesso, ringalluzzito dal trionfo della fiducia, che si mette pure a chiamare Barroso, facendo la voce grossa contro l’Europa.
Ma il peggio sono le dichiarazioni retoriche di circostanza. Inutili, ipocrite, buoniste al qudrato. E pure dannose. La beneamata suor Boldrina che si affretta a far cinguettare una serie lagnosa di tweet ben oltre il limite del banale. 1) Ringraziamenti alla sindaca (femminile d’uopo) e annuncio di partenza per l’isola a fini di cordoglio. 2) Elenco dei motivi della “fuga” dei clandestini (moralismo d’accatto). 3) Plauso sensibile al governo che ha indetto il lutto nazionale (La Palisse al cospetto era un dilettante). 4) Repetita con incenso del suo sbarco a Lampedusa dell’indomani. Che poi, perchè caspita il Presidente (sì, IL) della Camera con altre ministre devono fare quest’inutile processione rompendo le scatole ed interrompere lavori e soccorsi a quegli eroi che stanno a farsi un mazzo tanto, creando solo paralisi e aggiungendo caos deleterio ad una situazione già ben oltre il collasso, imbottigliando l’sola con spiegamenti di aerei, elicotteri e macchinoni di Stato targati Montecitorio? Per far le condoglianze di persona alla sindachessa? Per stringere qualche mano della Guardia costiera o alla civile Protezione ? Per farsi immortalare mentre accarezza la testolina di qualche bimbo o madre somala? E magari con la pettorina di qualche associazione umanitaria “amica”? Bah.
@lauraboldrini in modo che vengano mobilitati aerei e auto di stato? Per metter caos inutile a situazione già caotica? Per le foto di rito?
— mlon13.com (@mlon13) October 3, 2013
E tra il novero delle banalità del giorno non poteva certo mancare il ministro dell’integrazione de nò altri. Che però ci aggiunge il carico della cazzata. La Kyenge, infatti, oltre alla ripetuta richiesta di intervento UE, chiede che vengano adottati dei canali umanitari che possano rendere più sicuri i viaggi dei clandestini. Dimostrando una volta di più la sua imbarazzante inadeguatezza. Non etnica e razziale, ma esclusivamente politica. Oltre a far venir nel Bengodi tutti i clandestini del vecchio continente, accollandoci costi umanitari e logistici esorbitanti, dobbiamo pure sostenere quelli per mettere in sicurezza queste carrette della morte, abusive e pure malavitose?! Maddai, suvvia, dai Kyenge.
Purtroppo (ma non troppo) dentro il calderone delle psyco-snob-banalità di giornata ci finisce pure la fuoriuscita di Papa Bergoglio. L’intoccabile e presenzialista Francesco riesce a tirar fuori un popò di frase originale con sì tanta enfasi aulico-cristiana: “E’ una vergogna, che non si deve più ripetere“. Che far cadere i maroni è un eufemismo maroniano. O magari ci stava comunicando di esser disposto ad accogliere ogni ondata di clandestini in quel del Vaticano o nelle immense tenute di Castelgandolfo?
Il punto vero – oltre che tacere a volte sarebbe cosa buona e giusta – è che tra non più di quarantotto ore nessuno parlerà più della vicenda. Che verrà sotterrata come quei 300 cadaveri di poveracci che hanno sfidato la sorte marina. Richieste all’Europa dimenticate, la Bossi-Fini accantonata in soffitta, e le sparate dei Presidenti rimesse in saccoccia. Perchè in Italia si sbraita ai venti e al mare solo a tragedia consumata. Sotto la drogata e commovente euforia dell’assennato tragico momento. Mai una gestione a largo respiro. Mai una pianificazione pluriennale. Mai un’azione concreta e reale condivisa. E votata soprattutto. Perchè è questo – o almeno dovrebbe esserlo – il sacro dovere rappresentativo della politica. Mica quelle insulse ed infinite riflessioni ecumeniche e arci morali che sentiremo riecheggiarci come macigni in questo weekend marchiato a lutto. Che sono il nulla mischiato al niente.
Ciò che davvero serve per evitare questa continua ed annunciata ecatombe stagionale non è altro che un degno, serio e consistente sistema di difesa armato dei confini nazionali. Delle nostre frontiere interne, continuamente violate da una moltitudine di clandestini, accompagnati da scafisti criminali e senza scrupoli, e che ora non possiamo e non dobbiamo più accogliere. Non per mancanza di sensibilità umanitaria o mancanza di coscienza morale. Ma perchè siamo uno Stato di diritto. Uno Stato sovrano che si deve fornire di un’adeguata struttura militare a difesa del proprio democratico territorio. Non per uccidere o ammazzare povera gente, ma per far sì che esso non possa e non debba essere violato in qualsiasi momento. E per non far passare quel banalissimo ma astruso concetto che l’Italia sia il Bengodi dell’Universo, dove poter entrare ad ogni ora, in ogniddove, ad ogni estate, e con ogni mezzo illegale di fortuna. Servono sì certamente accordi commerciali strettissimi e stringenti con i partner africani del Mediterraneo ma – anche in considerazione dell’attendibilità talvolta assai labile di tali personaggi mercenari – serve soprattutto una massiccia intensificazione dei controlli armati in mare e per via aerea. Flotte, portaerei, con fucili, mitraglie, esplosivi, bombe e tritolo inclusi. In Sicilia e ad Otranto. Da lì non si scappa. Perchè è solo in questo modo che si difende un Paese libero ed indipendente. Dove si entra con un visto o con un lavoro regolare. Come nel resto della civile, avanzatissima e liberale Europa, mittel e mediterranea. Dove ai barconi gli sparano per davvero, e vengono pure applauditi.
PS: per favore, giornali e quotidiani, evitate quelle patetiche coccarde nere da lutto sulla testata. E voi lettori e lettrici, desistete per favore da quella presa per il culo di proposta di assegnare il premio Nobel per la pace a Lampedusa. Dopo il danno, risparmiamogli almeno la beffa. Grazie.