Da oggi è ufficiale, Laura “taleban” Boldrini scende in campo. E lascia ufficialmente la rappresentanza istituzionale equidistante, equilibrata e bipartisan della Camera. Che mai e poi mai ha dimostrato in questi sei mesi di parzialissimo protagonismo inutile da follia patologica falso morale e femminista. La Presidenta sbarca a Lampedusa con un convoglio ingentissimo di Stato ed una rappresentanza parlamentare targata centro-sinistra, creando confusione e interrompendo lavori e ricerche in un momento già tragico e aggravato pure dall’avversa situazione metereologica, stringendo qualche mano, facendo la solita lezione al tavolo, in una conferenza di un quarto d’ora di un’inutilità patetica e disarmante, per far condoglianze e pistolotti morali vacui, ma soprattutto per esprimere la sua dotta e fondamentalissima (ma non richiesta) proposta politica targata SEL.
La Boldrini, affiancata dal fido scudiero vendoliano Gennaro Migliore, si prodiga in una serie di opinioni e progetti politici a titolo personale (tra tutte l’abolizione della Bossi-Fini) oltre le sue famigerate banalità al vento dell’arci buonismo ideologico ed inconsistente (“La repressione non risolve il problema”, “Soccorrere è dovere, non soccorrere reato”, “Nulla dovrà essere più come prima”) che manco il maestro Miyagi nella sua peggior crisi mistica. La Presidenta esula e va ampiamente al di là a quelli che sono – o almeno dovrebbero essere – i suoi compiti prettamente istituzionali da terza carica di Stato. Non vi è infatti scritto da nessuna parte che il capo di Montecitorio debba correre inutilmente a presenziare ogni minima tragedia nazionale. Ma soprattutto, il titolare della Camera non può e non deve spingersi in analisi e progettualità politiche parziali, che non le competono e che non hanno nulla e che vedere coi propri doveri e compiti di funzionario e dipendente della Repubblica. Presieda le sedute, faccia rispettare regole e regolamenti, esprima dichiarazioni di cordoglio nazionale, e faccia pure osservare un minuto di raccoglimento ai propri deputati. Ma non agisca come un deputato di Sel. Perchè non la paghiamo per essere di parte.
Oggi invece (e purtroppo) la papessa Laura ha fatto in tutto e per tutto politica attiva, contravvenendo ai basilari principi della propria job-description istituzionale, oltre a sparare le solite cazzate sulla gestione-clandestini, facendo passare il concetto di accoglienza italica di tutti i barconi mediterranei. Sancendo di fatto la fine della sua esperienza alla Camera, ed entrando a piè pari e a tutti gli effetti dentro l’arena politica a targa Sel.
Ora però un solo piccolo grande gesto di responsabilità morale e nazionale la attende, per non continuare a tenere un piede nella calda e protettiva staffa istituzionale, e quell’altro in quella faziosa di partito. Dimettersi. Ora, adesso e subito. Per poter finalmente proporre tutte le sue più disparate idee, opinioni e stronzate, ma da dentro il Parlamento, senza predicare e continuar a prenderci per il culo rifugiandosi dietro quella comoda e altissima cadrega di Stato. Senò e’ troppo comodo vincere facile eh, Presidenta?
— PS — Immaginatevi se Bertinotti a suo tempo avesse fatto solo un centesimo delle esortazioni quotidiane della Boldrini. Crocifisso in sala mensa e impiccato con la corda della fodera degli occhiali.
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