Non son bastati oltre settanta cadaveri e l’orgogliosa ammissione di responsabilità a far sì che Anders Breivik possa ricevere una decisa pena esemplare, che mi pare possa essere solo il minimo sindacale per una persona (forse non gli si addice neppure tale riconoscimento umano) che ha sterminato giovani vite ancor tutte da compiere e distrutto valanghe di famiglie, in quella che è una ferita che difficilmente la Norvegia potrà rimarginare.
In settimana, poi, ci arrivano da Oslo altre due notizie agghiaccianti, quasi quanto ciò che questo tizio ha compiuto: primo, che la pena massima che può ricevere è di anni 21 e, considerando la sua giovane età (32), con un pò di buona condotta si potrebbe trovare in libertà anche prima dei 50, con quasi mezza vita da trascorrere in completa libertà; secondo, che il carcere dove dovrà essere trasferito (l’Holden, nella foresta alla periferia di Oslo) è fornito di ogni tipo di confort, tra gli altri tv in led, stanza per la musica, percorso per fare jogging.
Vabbene che lo standard di vita norvegese è assolutamente nel podio planetario, vabbene che probabilmente la giustizia scandinava non è così fluttuante come quella italica, sarà che il detenuto è sempre una persona e ne si deve perseguire sino alla fine il suo reinserimento sociale. Sarà per tutto, ma questo ci pare eccessivamente un pelo troppo.
Non si pretende un trattamento alla Alcatraz o strumenti di tortura medioevale, o ancora una sedia elettrica che porta ad una morte tanto lenta quanto sofferta, ma un civile (parolone anche questo) che provoca una strage di queste dimensioni, senza alcun motivo che non sia quello della pazza razionalità, beh lascitemi dire sommessamente che il tizio meriterebbe qualcosina di meno delicato, di meno civile, di meno norvegesemente-corretto.
Scopriamo anche che all’interno del penitenziario di Halden, inaugurato l’anno passato dal Re in persona, oltre ad essere la casa (perchè è di questo che si parla) dei più criminosi soggetti norvegesi, le guardie sono quasi tutte donne, sempre disarmate, e spesso mangiano e corrono allegramente assieme ai detenuti. Più che una prigione, sarebbe più opportuno parlare di Residence o di casa di accoglienza privata, in lussuoso stile nordico.
Oltre allo shock, la psicosi ed allo strascico mentale che questa tragedia lascierà nelle generazioni norvegesi, presenti e future, forse sarebbe necessario che le autorità riflettessero (poco) sulle misure di sicurezza da adottare nelle proprie terre, e si decidesse (molto) di poter fornire adeguate e basilari dotazioni per le forze dell’ordine.
Vi pare normale e sensato che, a terzo millennio inoltrato, un Paese tanto civile quanto all’avanguardia come la Norvegia possa farsi dilaniare il costato da un pazzo furioso che, se non era per l’agilità di alcuni ragazzi fuggiti a nuoto, avrebbe potuto sferrare un colpo a 3 cifre tanto da assomigliare ad un vero e proprio bottino di guerra? Vi pare logico che i gendarmi che controllavano l’isola lo facevano a mani nude senza uno stralcio di Beretta o mitra d’ordinanza almeno da carabiniere del sud-Italia? Vi sembra che uno Stato faccia il suo dovere, che è anche quello di saper difendere i propri cittadini all’interno del proprio territorio, inviando elicotteri nel teatro della strage, totalmente sprovvisti di armi, e senza che questi abbiano il benchè minimo ordine di intervenire? Questo scenario (e non è una provocazione) è allicinante tanto quanto quello che ha determinato quel pazzo trentaduenne, spegnendo oltre 70 giovani vite pulsanti.
Vabbene la civiltà, vabbene la riabilitazione, vabbene che nei Paesi scandinavi la qualità della vita è la più alta nella calotta terrestre, vabbene che il tasso di omici è tra i più bassi, vabbene anche che prevenire è meglio che curare. Ma proprio per questo, uno Stato così non deve neppur minimamente pensare che ci sia anche solo una possibilità di NON fornire una degna protezione e salvaguardia all’incolumità della sua Gente perchè, cari politici e caro Re Harald, non viviamo in un mondo di sola pace e bene, ed è allo stesso tempo stupido quanto pericoloso NON investire in un’adeguata struttura di polizia, che possa intervenire quando necessario, e garantire un basilare ed elementare diritto dell’uomo, la Sicurezza.
Come si può credere di poter sgominare i delinquenti e gli assassini senza pistole funzionanti? Pensano lor governanti norvegesi che basti la forza del pensiero, la buona volontà, il volemose bene, oppure cannoni ricolmi di fiori targati peace and love?
E’ talmente un concetto elementare che forse l’Avanguardia scandinava neppure lo aveva preso in considerazione.
Tanti passi avanti si saranno fatti in quelle terra con la gestione “pacifica” di territorio e ordine pubblico ma, ora che il sistema ha vacillato e non poco, sarebbe meglio rivederlo, e farlo alla svelta.
Perchè se un pluriomicida che compie la strage più pazzesca e sanguinaria della storia non prende neppure il carcere a vita, e per di più lo si manda in gita premio in un carcere a cinque stelle, a noi, signori del Nord, sà tanto di beffa e di presa per il culo.
Anche per la vostra Civiltà.