“ Roma è una città piena di turisti, ma anche piena di rifugiati. Roma è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni; e tutti hanno il diritto a essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana “

 

Sì, e magari Roma accolga pure tutti gli immigrati clandestini che sbarcano ad Otranto e Lampedusa. E si prenda carico di tutti i morti di fame di Centrafrica e Bangladesh. Accolga e dia un reddito a tutti gli inoccupati del Belpaese, fancazzisti compresi. E magari si prenda pure cura dell’esercito delle povere e compassionevoli Olgettine lasciate per strada ed abbandonate da Silvio, Francesca e Dudù. Tanto per chiudere il cerchio.

Con tutto il rispetto che Le dobbiamo e Le osserviamo, e col caldissimo sostegno al suo già immenso lavoro di trasformazione della Chiesa Romana, è con l’umiltà più o meno laica della pecorella di strada che le vogliamo dire umilmente che in questa occasione – Sig. Santo Padre – ha detto e pronunziato una grandissima e galattica cazzata. Di San Silvestro.

E poi. Perchè il pastore di Dio si debba limitare a circoscrivere tale accoglienza ai soli “poveri” romani, e non a quelli napoletani? O a quelli varesini e rovigotti? Santo Padre, come nell’occasione della solita tragedia agostana dei barconi africani, deve capire che è necessario distinguere tra misericordia, frontiere e Stato di diritto. L’Italia, seppur la realtà ci racconti il contrario, non è il Bengodi. E manco la Terra Promessa di migliaia di disperati clandestini (criminali ivi compresi) che vengono scarrozzati da un branco di scafisti schifosi e senza scrupoli.

Vogliamo essere complici di tali orrendi e delinquenti figuri? Vogliamo essere il bordello di una massa di poveracci che andrebbero a crepare per mezzo euro tra i pomidori della Puglia? No. Non vogliamo. Non possiamo. Non dobbiamo. Perchè non si può accogliere tutto e tutti, Santo Padre. Soprattutto se è un Paese come lo Stivale ad alta densità di popolazione e disoccupazione. E perchè uno Stato serio che si rispetti e che sia morale e pure misericordioso, difende e protegge le proprie frontiere. Non accoglie tutti alla “caso” di cane solo per quel principio arcipocrita che è la solidarietà a tutti i costi. Quella, Santo Padre, è necessario farla a monte, impedendo che i barconi partano. Trovando le risorse ed i danari necessari per aiutarli in loco. Magari pagando quella dovuta e lautissima parte di Ici ed Imu vaticana al disastrato Stato italico. Così Roma nostra potrà accogliere pure qualche buono e lauto quattrino pontificio. Che è cosa buona e giusta.

Trattasi solo di una semplice ed umile critica, Don Bergy. Onesta, scandita e costruttiva. Anche perchè, con tutto il rispetto che nutriamo per Lei e per l’Istituzione divina che rappresenta, qualcuno ogni tanto gliela dovrà pur fare? Oh è lesa maestà, contestarla, Sua Santità?

 

 

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