Lo scenario ed il palcoscenico è quello delle grandissime occasioni. E la cornice di pubblico pure. Sabato 15 ottobre 2011, poco dopo le ore 15, davanti ad un pubblico in delirio e letteralmente in visibilio, il giovane Fabrizio Filippi di anni 24, viterbese, sale sulla pedana di Piazza San Giovanni in Roma per eseguire il suo unico e decisivo lancio. Specialità: lancio criminogeno dell’estintore appena trafugato da un blindato delle forze dell’ordine.
 
Leggera oscillazione dell’attrezzo (del peso di 9,5 chilogrammi, pari a 20,94 libbre) tenuto ben saldo dalla parte della manichetta, movimento orizzontale ondeggiato di gambe e bacino, rincorsa breve ma possente, carica decisa e molesta di braccio ed avambraccio, e via al lancio con una foga agonistica e dai livelli olimpici, con l’intero sguardo lancinato rivolto all’obiettivo (camionette e gendarmi vari) e tutto proteso verso il  raggiungimento praticamente certo del nuovo record di specialità. Dodici metri e quaranta: applausi e cori a scena aperta. 
 
Purtroppo per lui, però, Er Pelliccia (come sono soliti chiamarlo i tre idioti che si porta sempre appresso) in fase rilascio tocca inavvertitamente, con la punta del piede destro, la linea Maginot che ne delimita il suo spazio regolamentare di lancio. Ed è squalifica, inappellabile. Da quel momento il Pelliccia non ci vede più, va su tutte le furie, ed esprime inequivocabilmente a gesti (foto2) la sua rabbia adrenalinica, scagliandosi verbalmente contro i giudici di gara. 
 
Proprio da quel momento non si ha più alcuna traccia del Signor Pelliccia, che d’un tratto pare essere totalmente scomparso dalle scene romane. Sino a quando, però, nella tarda serata di ieri, viene fermato inspiegabilmente dalla polizia giudiziaria della capitale. L’ignaro studente Pelliccia, davanti a microfoni e taccuini, si dissocia immediatamente dai disordini che, a dire degli inquirenti, lo avrebbero visto come principale protagonista nel teatro di guerra romano. Il buon Pelliccia, ragazzo per bene e di ottima estrazione familiare, col polso del tennista ed il callo della chatline, pure con un fratello che fu in odore di consiglierato, ha subito voluto fugare ogni dubbio riguardo alla sua estraneità ai fatti, dichiarando con sobria sincerità, a chi gli chiedeva del perchè e del percome avesse agito da consumato terrorista: “Io volevo solamente spegnere l’incendio, poi però mi sono lasciato trascinare dagli eventi”. Ineccepibile. Impareggiabile.
 
Embè, che dire di più? Nulla, che je voi dì? Già ha detto tutto lui. Chi? Er Pelliccia, no? Mò, adesso, però, son cazzi sua. 
O almeno lo speriamo.
 
 
 
 
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