Ieri sera su Rete4 è andata in onda la prima intervista-talk di Raffaele Sollecito, a distanza di un mese esatto dalla completa assoluzione e scagionamento nell’omicidio Meredith. Il teatro era quello del programma Quarto Grado, condotto da quel bravo bellimbusto mediterraneo di Salvo Sottile.
 
Un’intervista face to face in cui il Sollecito risponde alle domande dirette ma non sempre incisive dell’ex conduttore ed inviato Tg5. Raffaele appare rilassato, svuotato completamente dagli oltre 1400 giorni passati in carcere. Capello medio-corto sparato alla moda, maglia e camicia in stile collegiale, e quella faccia da gran bravo ragazzo, ma anche un bel po’ da figlio di papà. Occhi languidi e semi sbarrati a sfiorare l’inespressivo, voce debole e tono sempre mite e costante, parole tranquille ma tutte al posto giusto. La sua flemma robotica è a tratti inumana, perchè il ragazzo non lascia trasparire quasi alcuna emozione, e gli si inumidiscono gli occhi solo nell’attimo in cui si parla della Knox. Non si agita, non si muove dallo scranno, non si incazza mai. Parla come un libro stampato, alterna termini iper forbiti (esagerando con inverosimile) con frasi elementari e scontate, utilizzando spesso metafore fanciullesche, che sfiorano il tantrico orientale. In un’ora di domande più o meno incalzanti (Sottile avrebbe dovuto pressare maggiormente sul suo racconto della serata dell’omicidio) Raffaele risponde a tutto senza alcun tentennamento ed esitazione, e tiene il mezzo televisivo forse meglio dello stesso conduttore siciliano.
 
In tanti lo hanno accusato di utilizzare questa maschera del “bravo ragazzo”, e si dice non possa essere umanamente possibile non mostrare alcun tipo di reazione, neppure la più sottile, sostenendo che sotto questo vestito di indifferenza si celi un astuto e perfido attore. Anche consumato, allora, aggiungo io.

Noi, dalla tivù, abbiamo visto un ragazzo che ci è apparso mite e un po’ timido, uno normale, in fondo uno come tanti. Il resto, riguardo alla presenza scenica e facciale del Sollecito, lo lasciamo alla libera interpretazione di ciascuno. E al definitivo pronunciamento della Cassazione.

 

Video: la puntata di Quarto Grado

 

Vi vogliamo però segnalare un momento dell’intervista (la parte finale in cui Sottile chiede a Raffaele un pensiero verso la famiglia Kercher) in cui il ragazzo, nel parlare, ci pare davvero identico sputato ad uno straordinario Carlo Verdone d’annata, quello di Acqua e Sapone, in cui l’attore, fingendosi con l’inganno un finto prete che deve fare da teacher ad una giovane e bellissima modella americana, risponde in maniera esilarante e quantomeno ripetitiva alla madre della figlia, che lo “interroga” sulla sua ultima fatica letterario-teologica. Verdone, ovviamente, non sa da che parte prendere il tema, improvvisa alla grande, lasciando quasi di stucco l’intransigente mamma-manager. Il tono e le frasi di quell’impareggiabile interpretazione (“Questo Cristo che.., Questo Cristo che…”) sono davvero molto somiglianti all’ultimo stralcio del Sollecito di Quarto Grado. E allora, senza pensare ad assurdi parallelismi e ad imparagonabili voli pindarico-psicologici, godiamoci in seguito entrambi i video che mostrano il duello Verdone-Sollecito.
 
(la parte relativa al ragazzo pugliese la potete trovare nel video relativo alla puntata di Quarto Grado, nel frangente che va da 1.13’35” fino a 1.15’15”)
 
 
 

 

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