La redazione di Opinioni senza Etichetta propone ai propri lettori il video shock che mostra le performance del mini-predicatore americano Kanon Tripton, di appena 4 anni ma già una fonte inesauribile di guadagno per i sermoni seguaci della chiesa pentecostale e, ovviamente, per la famiglia, che non si esime certamente dal proporlo, gestirlo, e sfruttarlo mediaticamente.
 
Il biondo bimbo del Mississipi si atteggia come fosse un prete consumato, e mette a frutto al meglio gli insegnamenti del nonno sermone, che scimmiotta con una gran classe. A noi, però, più che gioa, simpatia e misericordia, questo piccino che ancora neppure sa leggere ne’ scrivere, fa davvero un certo senso e, diciamolo pure,  anche una discreta paura. Oltre ad una tristezza e pena inaudita, misto a rabbia e schifo, verso questa pseudo-Chiesa e soprattutto nei confronti dei suoi cari, per come abbiano potuto creare un mostro di tali sembianze e dimensioni, perseverando a monetizzare, imperterriti e senza scrupoli. Il padre Damon, pastore pure lui, si dice assolutamente orgoglioso della crescita del figlio, e crede fermamente che la presenza di Dio si sia posata definitivamente sul piccolo Kanon. Sfregandosi le mani, soprattutto.
 
Uno spaccato paradossale e grottesco di quella che rappresenta una realtà ufficiale ben consolidata e decisamente importante all’interno del quadro ecclesiale a stelle e strisce, capace di attirare ogni anno foltissimi greggi di fedeli da ogniddove. I sermoni, i predicatori, gli affabulatori di Dio. Con le loro preghiere a ritmo di rap, i loro gospel propiziatori, le loro incessanti ed aggressive omelie. Ed il loro incredibile giro di affari. Anche sulla pelle inconsapevole di una giovanissima creatura così vigliaccamente usata.
 
 
 

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