L’ex ministro Carfagna, a seguito di alcuni commenti “minacciosi” sulla sua pagina Facebook, dà mandato agli avvocati di “procedere per diffamazione e minacce verso gli utenti di Facebook e Twitter che hanno utilizzato nei suoi confronti affermazioni lesive e gravemente offensive”.

Tutto è nato dallo scambio di battute tra Mara e Beppe Grillo, con la Carfagna che attaccava il lìder 5 stelle per la richiesta dei grillini di oscurare i canali Mediaset per il sospetto che il Biscione non possedesse le licenze per trasmettere. Il Beppe nazionale rispondeva con un sarcastico “è fantastico“, sempre dalle frequenze del social più famoso de nò altri. Tutto pareva volgere al termine, in una mini scazzottata neppur troppo appassionante e che non passerà certo alla storia dell’iconografia politica italiana. 

Ma una legittima polemicuccia come tante, dove Grillo dice la stronzata della settimana e la Carfagna si ridesta dal sonno di un biennio invisibile, si trasforma d’un tratto nel caso del giorno. Nella tragedia morale. Nelle minacce violente pseudo grilline veicolate e sostenute dallo stesso Dux five stars. Perchè la folle mania persecutoria anti-web di boldriniana memoria prende il sopravvento su tutto e tutti. E dove una manciata di commenti forti da bar fatti da idioti da bar – come se ne vedono e se ne sentono ad ogni ora del giorno sia su FB, che su Twitter che su qualsivoglia altro strumento aggregante – diviene l’assurdo pretesto politico per una querela che non ha ne’ capo ne’ coda, nè Grillo.

Ora. Capiamoci. Non si sta affermando che gli insulti reiterati e violentissimi fatti via-social sono da assolvere e mai da condannare. Tutt’altro. Si sta dicendo che in tal caso siamo davanti ad un campo di gara assai differente. Totalmente differente. La Carfagna – personggio pubblico e politico – scrive legittimamente un post su FB che linka al suo blog (che non si carica, ndr), come tanti altri suoi colleghi. Il post viene letto e commentato, come ogni giorno accade per altri suoi colleghi, anche più illustri. E come ogni giorno, in mezzo ad oltre un centinaio di commenti rilasciati da utenti del web, se ne possono trovare a decine di “insultanti”, di “offensivi”, di “violenti”. Succede, perchè facebook e twitter sono un po’ come il bar sotto casa. E anche perchè l’ex pari&opportunità è – nolente o volente – un politico che divide assai. Prendere o lasciare. Ma non per questo ogni giorno si va a gridare alla “minaccia” piangendo e correndo fra le braccia della polizia postale, solo perchè nel tal caso c’è di mezzo l’acerrimo avversario politico. Troppo facile, Mrs Carfagna.

Veniamo però anche al fatto concretissimo in sè. L’articolo carfagnano incriminato è “Il sonno della ragione a 5 stelle produce mostri” (vedi immagine che linka a FB di cui sopra) postato giovedì scorso. Scorrendo tra gli oltre 200 commenti al post si legge di tutto, e dippiù. Dai sostenitori dell’ex ministro (per la verità non tantissimi) a qualche critica insultante non troppo velata (“vero, mostri e zoccole come te mara carfagna”, “siete un partito di zoccole”, “…in qualsiasi paese del mondo il popolo vi avrebbe tagliato la testa…”) con in testa il purtroppo ormai classico riferimento al più antico e nobilissimo mestiere del mondo. Fino ad arrivare al famigerato e storpiatissimo “Ti verremo a prendere a casa….” postato da tale Federico Casadei de nò altri, finito su tutte le prime dei magazine on-line dell’ora dell’aperitivo. Che riprendono tutte (e dico tutte) in maniera errata il commento del ragazzo, che in realtà scrive “Vi verremo a prendere”, non riferito personalmente alla Carfagna. Forse cambia poco, forse no. Ma non era così ardua l’impresa di riportarlo con tale esattezza calligrafica.

Minacce? Violenza verbale gravemente lesiva? Ma va là. Balle. Bufala. Ridicolo. Così come è arcipocrita la corsa appecorata ed incondizionata alla solidarietà verso la pidiellina ex valletta del Mengacci. Come chi non lo faccia sia da considerare nemico della democrazia, e marchiato a fuoco per il resto dell’esistenza come amorale e omofobico patentato. Da Brunetta alla Santanchè, passando ovviamente per sua altezza Laura Boldrini, che non poteva ovviamente perdersi quest’occasione più unica che rara per segnare un punto a suo favore nella rincorsa a quell’assurda legge per regolamentare il web, che adesso pare essere ricercata e voluta anche dal Pdl. Che non più di un mese fa si smacchiava cute e cerone per la censura proveniente dalla Camera. Mentre adesso starnazza e si agita solo per gonfiare quel doppio petto politico che altrimenti risulterebbe assolutamente inconsistente.

Qualche commento idiota e volgare da bar sport non può essere quindi considerato minaccia, almeno per ciò che riguarda il post della Carfagna. Che utilizza gli insulti semplicemente come strumento di combattimento verso il nemico Grillo, dipingendogli ancor più marcatamente l’epiteto di lapidatore. Strategicamente e politicamente potrà anche funzionare, ma – sappiatelo bene amazzoni pidielline e donne della sinistra (e libertà) – di questi finti, fastidiosi e ridicoli piagnistei da web ci siamo davvero rotti la Rete. E con essa tutte le balle che ci stanno all’interno.

PS: il “calunniatore” Federico Casadei, considerato dalla Mara un grillino della prima ora, pare invece sia simpatizzante renziano… Mò allora che famo, Carfà, cambiamo n’altra volta la strategia della minaccia verso n’altro nemico politico?!

 

La pagina Facebook di Mara

 

E quella Twitter

 

Il “minacciatore” Federico Casadei

 

 

 

 

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