Inimitabile Zuzzurro. Se ne va forse l’ultimo vero e puro comico dei meravigliosi Ottanta. Semplice e mai banale, esilarante mai volgare, mattatore senza strafare. Zuzzurro era così, se’ stesso, con quel bagaglio tecnico-umoristico del Derby, che è stata la gestazione e la storia tutta della prima irripetibile comicità italica.

Zuzzurro era uno dei pochissimi che faceva realmente e letteralmente scompisciare dalle risa. Da Non Stop di Mamma Rai al mitico ed inarrivabile Drive In di Ricci, Greggio e D’Angelo, dall’inedito Emilio al Tg delle vacanze, per finire con Sotto a chi tocca del canappione Pippo Franco. Sempre o quasi da commissario genuino ed irridente, con quella presenza scenica singolarissima ed istrionica, e quell’espressione un po’ così – tra l’attonito e lo scoglionato – di chi, ancor prima che aprisse bocca, c’aveva già lo sghignazzo in corpo. Grasso, salutare, e naturalissimo.

Ciao Zuzzurro. Impareggiabile, unico, d’altri tempi.

 

 
 
 
 
 
 
 

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