Una storia che ha dell’incredibile, ma anche dell’inimmaginabile. E pure dell’abominevole. Pamela D., giovane romana di 35 anni (anche se altre fonti riferiscono di una donna polacca, ndr) è stata arrestata sabato scorso dal Nucleo Operativo di Ciampino (Roma) per “atti osceni”.
Da alcune testimonianze pervenute, la donna, nonostante fosse stata esortata più volte dai commessi e dal direttore del supermercato a lasciar stare i polli surgelati, continuava imperterrita ed incurante ad abusare dei pennuti oramai inermi ed indifesi. Fino ad esser colta in flagrante con uno di essi (scongelato e denudato dalla confezione) infilato quasi per intero dentro la propria vagina. La giovane incensurata (romana o polacca che sia) ora rischia fino a sei mesi di carcere, e corre pure il rischio che le venga imputato il reato di necrofilia.
Ora, c’è chi ironizza sulla facile allusione tra pollo e patata. Chi parla di atto estremo dovuto alla crisi. Chi ancora di necessità o patologia sessuale. E ovviamente anche chi sostiene che si tratti di una bufala in grande stile, magari per far concorrenza al più famoso e prossimo scherzo d’Aprile, anteponendo il Pollo al Pesce. Bah. Sarà. Sta di fatto che non si tratterebbe comunque di un’azione inedita. Due anni fa, infatti, a rendersi protagoniste di un simile gesto furono due Pussy Riot, il collettivo punk rock russo, femminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato, e che lotta da anni per il riconoscimento dei diritti delle donne.
Ma non solo Pussy Riot. Perchè vi è pure un altro movimento russo di cosiddetta “provocazione artistica”, il collettivo artistico Voina, che negli ultimi tempi si è distinto assai in queste gesta più o meno artistiche e senza dubbio dissacranti. Oltre all’inserimento del classico pollo nel più sacro dei “buchi”, i seguaci dell’ideologo Alexei Plutser-Sarno ne hanno fatte e combinate molte altre, e di tutti i colori. Dall’organizzare fattivamente un’orgia pubblica dentro un museo per denunciare lo stato di un Paese in cui “tutti fottono tutti” fino allo “scopa per il successore-orsacchiotto” in onore dell’elezione del primo ministro Medvedev. Dal ribaltare auto della polizia per chiedere una riforma radicale del ministero degli Interni fino all’operazione “Cazzo catturato dall’Fsb” (il servizio segreto russo), che consisteva, in appena 23 secondi, durante la notte, nel dipingere un fallo gigante e fluorescente di 65 metri su una delle due ali del ponte Liteyny, che si apre proprio davanti alla sede dei servizi di sicurezza federali.
Roba cazzuta. Roba da russi. Mica da polli surgelati come nò altri.
IL COLLETTIVO VONIA