Sedute parlamentari alla Camera dei Deputati nostrani. Controllo dei protocolli sui lavori in aula. Gestione e presenza assidua del secondo emiciclo parlamentare. Nulla di tutto questo. Niente di ciò per cui è stata eletta (ops, nominata), oltre che lautamente e legittimamente pagata da no’ altri. Perchè a Laura – poco più di una presenza su due sullo scranno presidenziale – non frega un granchè di sottoscrivere e scandire le sessioni degli onorevoli rappresentati del popolo. A Laura interessa ben altro. Di assai più moralmente, eticamente e virtuosamente elevato. A Laura “taleban” Boldrini interessano i grandi problemi esistenziali dell’umanità in senso lato, con scappellamento al femminile. A Laura interessa, per esempio, accogliere immigrati a più non posso – senza proposta e sito alcuno – tanto in Africa ce ne sono 14 milioni… E qui nel Belpaese l’ivasion di Mare Cazzum ne conta “appena” 78 mila, e solo nell’ultimo annetto scarso. Quindi, a’ voglia te ad arrivà a quattordicimijoni…
“Internet bill of Rights” coi soldi nostri
A Laura, poi, interessa e sta soprattutto a cuore la gestione e la regolamentazione rigida, statale e statalizzata della Rete dell’Internèt. Perchè è la priorità assoluta ed assolutistica del Paese Italia, arrivato al minimo storico di Pmi e a cifre di disoccupazione giovanile giunta a parametri ispanici. Laura però va avanti, imperterrita, perchè Facebook, Twitter e compagnia “sputtanante” sono più importante di quel noiosissimo e ripetitivo lavoricchio da bancone dei Deputati, per il quale però nostra Signora Presidenta dalla desinenza A viene pagata. Solo ed esclusivamente per quello. Mica per far congressi, simposi e convegni illustrissimi e magnificenti con tanto di docenti, dottori, rettori e pure fior fiore di giuristi accademici plenipotenziari con tanto di accento sulla A.
La Carta Magna dei diritti Rete
Ma è più forte di lei. Perchè Laura tiene un sacco alla Rete, e alla sua libertà legittima di circolazione ed espressione libera nazionale. E questo suo impegno – non richiesto ma pagato, non necessario e fuori da ogni crisma di sua competenza – impachettato e rinfiocchettato dalla Carta Magna italiana per i diritti della Rete (roba che manco la contessa Serbelloni Mazzanti vien dal Mare) non è altro che l’ufficialità messa nero su bianco dell’attacco estremo alla libera manifestazione social del Net, brutto, sporco e cattivissimo. Specialmente con Sua Maestà la Presidenta. Che ricavalca e ripropone con furia istituzionale il suo vecchio ed immolato cavallo di battaglia. Quello schiribizzo tutto boldrino che iniziò a maggio 013, con le prime offensive dello Stato ad ignari ed inermi inetti della porta accanto. Quel perverso e patologico feticcio pruriginoso che da oggi è vera e propria guerra alla Rete. Pubblica e formalissima. Solare e soffocante. Totalitaria e talebana. Col bavaglio e senza vergogna. E ovviamente coi soldi nostri.
#BoldriniDenunciaciTutti
“Boldrini Vattene”