L’esilarante show del pallottoliere berluscato dell’altro ieri è quel che resta del secondo inutile, farlocco e totalmente chissenefregante giro di psyco consultazioni post elettorali.

Ilvio mostra a Matteo che conta ancora. Eccome. E se la gode assai col suo 15 che è molto più che un cuscinetto anti-Grillo.

Salvini s’irrita, perché vuol tener i piedoni padani su due staffe da giuoco, e di suo vorrebbe far linguainbocca con Giggino, che ora però tace pacioso col suo pacchetto di 37 fiches ben riposte nel congelatore.

Al CD ne servono 60, di deputati. Roba over, oltre il livello di “responsabilità” Razzi-Scilipoti. Più facile l’accordo Di Maio-Lega con Meloni al sacco.

Ma non si farà. Perché Salvini non accetterebbe di far la mezza zampa grillina, e Giggino vorrebbe papparsi tutto il piatto.
Un futuribile e forzatissimo governo 5Leghe durerebbe la metà di un ramoscello d’Ulivo a ferragosto. Tipo Mastella-DiPietro-Bertinotti de nò altri.

Ergum. Viva il Non-Governo. Per l’eternità. Anche perché le prossime elezioni 019 si faranno con un modello elettorale verosimilmente identico all’evanescente attuale, che non lascerà traccia di vincenti in un sistema oramai saldamente tripolare.

Sopravviveremo. Anzi, vivremo meglio. E Di brutto. In Belgio e Olanda hanno campato due anni, senza Governo, con indicatori rialzati.
La ligia e frau Germania ci ha messo un anno per trovar la quadra.
Quindi, chissenefrega del Governo. Aumenterà l’Iva, ok, ma tanto sarebbe salita comunque, con le solite vergognose accise salva-legislatura annesse.

Nel Belpaese, da sempre, gli esecutivi hanno solo fatto danni. Dal dopoguerra son durati in media poco più di un anno e mezzo, e pure negli anni del super boom del 60-70 la gestionalità politica ha sempre rappresentato un freno, un fardello, mai un’opportunità di ulteriore crescita.

I governicchi andreottiani della Balena Bianca hanno dilapidato le casse di Pantalone, e pure la continuità berlusconiana della seconda Repubblica non ha mai aggiunto uno straccio di riforma e reali tagli lineari. Per non parlare delle sciagure senza suffragio di tecnici e piddini. Col debito che anche oggi continua a galoppare a ritmi anni Ottanta.

La politica italica è senza regola, perché non vuole regole, perché ognuno, anche il più insignificante, deve e vuole mangiare e campare nella sua pur misera bacinella elettorale. E senza regole non si governa. Appositamente. Scientemente. Lapalissianamente.

E che Non-Governo sia, allora, santoiddio. Perché questo grande Paese di grandi, medi e piccoli imprenditori va avanti comunque. E meglio. Senza l’assillo di quotidiane baruffe propagandate 360 giorni l’anno. Per mantener il seggio, la cadrega, il vitalizio dei 4 anni, 6 mesi e un giorno.

Quindi vaffanculo a Giggino, a Matteo, e pure alla Giorgina. E anche a Silvione nostro, che torna a gongolare come un infante al primo giorno d’elementari, ma che almeno ci fa sgansciare.

Fanculo anche a nonno Mattarella, ma con affetto compassionevole che si deve a un nonno senza collo. L’Italietta conta come lui alle consultazioni. Nuddu ammiscato con niente. Ma va bene così. Anzi, è meglio così. Così gli islamici non ci romperanno le balle con camion e bomboni, così non dovremo intrigarci in guerre più grandi di noi, a cui non ci frega nulla e non abbiamo uno straccio di interesse. Tipo la Siria, che manco sappiamo dove cazzo sia.

Ci faremo pseudo-governare da Bruxelles, come da 15 anni a questa parte. Faremo i compiti saltuariamente, come da sempre. E andremo avanti. Meglio. E bene. Col nostro tessuto unico e magico di eroici imprenditori H24, che si spezzano dalla mattina alla sera, e se ne strafottono di uninominale, listini bloccati e doppio turno con scappellamento a destra.

Viva l’Italia. Viva Noi.
Viva il Non Governo.

 

 

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