Chi tocca Nonno Napolitano muore. Chi tocca le decisioni del Presidente della Repubblica, muore. Perché irresponsabile ed indegno di rappresentare il Parlamento, oltre che dannoso per l’intera popolazione italica, e pure anticostituzionale. E’ successo in settimana agli sciagurati 5 Stelle, che si erano permessi di criticare aspramente l’eventuale amnistia e di apostrofare come “ladri” il resto dell’Emiciclo, sempre restii – secondo i grillini – nell’affrontare decisioni riguardo ai tagli sul finanziamento pubblico. Come l’epiteto non fosse ancora stato sdoganato negli svariati decenni della dialettica repubblicana. Bah. Ma lo sappiano che il Nonno – assieme alle altre due cariche che compongono il podio statale – non ha mai avuto un forte ascendente per deputati e senatori penta stellati. Eletti democraticamente, e portatori di un quarto dei voti del Belpaese. Tra l’altro.
E passiamo all’oggi, quando Gianburrasca Matteo (Renzi, ndr) ribadisce il medesimo niet allo svuota-carceri, dissentendo in termini più miti e democristiani rispetto agli uomini di Beppe, definendo l’amnistia un autogol governativo e chiedendosi come si sarebbe potuto giustificare alla gente una tale ammanco di legalità. Ma in soldoni pure lui boccia sonoramente la proposta arrivata dal sacro Colle. Legittimamente, politicamente, e democraticamente. O no? No. Perché quando si contraddice il Pres, son cazzi. E apriti cielo. Quello bipartisan dei ministri del governicchio, dalla zia Bonino che rivendica la classe dirigente del dopoguerra, a quel lupo figliadifantozzi del Maurizio Lupi, che chiede maggior coesione ai suoi (del Pdl) riferendosi però al Matteo nazionale. E a quello del Piddì (e te pareva), con tutto lo “stato minore” dei seguaci del medieval Cuperlo che tacciano Renzi di vile e becero propagandiamo elettorale, arrivando addirittura a paragonare la sua comunicazione a quella degli inadeguati e bistrattatissimi grillini. Bah, al quadrato.
Tranquilli, è la solita buffa poltica napolitanen-correct. E sereni, criticare il Nonno, seppur ti metti contro i tre quarti del Parlamento più ipocrita e fannullone del pianeta, non è ancora considerato reato di lesa maestà. E anche se lo fosse, sarebbe di certo amnistiabile. E ora, se ci vogliam dire in faccia le cose come stanno, per davvero, sia Grillo che Renzi sulla questione-amnistia hanno ragione da vendere. Anche se probabilmente la stessa opinione la potrebbe sostenere un bimbo celebroleso di sei anni. Sbattere di nuovo fuori dalle carceri italiche – a distanza di appena setti anni – una valangata di delinquenti pronti a re-delinquere, è la più grande boiata che un esecutivo provvisorio ed emergenziale come questo potrebbe fare. Perché ne testa la sua assodata ed assoluta incapacità, e ne sanziona un tale e patologico immobilismo in materia-carceri, tanto che alla fine, come minor danno, è meglio liberare un mare di farabutti. Perché è più semplice, perché è più facile svuotare che costruire. Perché in un settennato non si è fatto nulla, e adesso si vuol coprir la magagna e girar la frittata delle responsabilità usando la carta ed il volano della civiltà e dei diritti umani. Balle. Cazzate sesquipedali. Boiate presidenziali.
E non ci venga neppure a raccontare, caro Pres – cui ci inchiniamo a lei per il salvataggio-default e per la briga del secondo settennato – che con tutte le volte in cui in questi mesi ed anni di suoi onoratissimi mandati se ne è parlato, sia davvero un caso che la proposta plausibile e verosimile dell’amnistia arrivi proprio ora, a strettissimo corollario della tragicomica fiducia battezzata dal Cav dell’altro ieri? Non vi sarà mica – proprio ora – una sorta (mica tanto sorta) di cosiddetto salvacondotto parlamentare per colui che, in fin dei conti, ha reso possibile la prosecuzione del suo secondo mandato governativo? E che risparmierebbe a Silvio il gabbio (e magari anche i servizi da Don Mazzi) ma soprattutto a Lei, signor Pres, finalmente un po’ più di serenità almeno fino alla fine del Letta, e verso un meritato ed agnognatissimo pre-pensionamento. Non si offenda, non ci offenda, e non ci scateni addosso l’ira funesta degli ammaestrati corazzieri. Ma dubitiamo fortemente del caso, anche perchè questo vergognoso salva-carceri ci puzza parecchio di Dudù.