Fermi tutti! Ritorna in pista Mr Tod’s “the lord” Dieguito Della Valle. De nò altri. E la cazzata è assicurata. Parola di Re Giorgio by Corsera.
L’avevamo lasciato – sua altezzosità Don Diego – a sbeffeggiare e irridere quella buon’anima di Don Abbondio Sandro Bondi (il “ragazzo di bottega”) in quel di Ballarò, e poi con quell’arcincomprensibile manifesto psyco-politico di ovvia e banalissima sfasciosità, dove il nostro chiosava pretendendo “prospettive positive per il futuro dei giovani”. Alla faccia dell’originalità imprenditoriale.
Così il fighetto a tinte viola e rosse ce lo ritroviamo impantanato nell’intricatissima matassa per l’assegnazione del pacchettone del 15% del Corriere della Sera, tuonante ed indignatissimo causa chiamata a Napolitano da parte dall’acerrimo Elkann, che il giorno prima confermava la volontà di Fiat di raggiungere quota 20%. Il Della sbotta di brutto e scrive adiratissimo allo stesso Re Giorgio. “E’ in pericolo la libertà d’opinione di un pezzo importante della stampa italiana”, “..sarebbe necessario che noi tutti facciamo un passo indietro..” Pare che la stesura della lettera abbia fatto spuntare ben tre nuove rughe sul levigatissimo viso di Mr Tod’s.
Cioè, in pratica, a Don Diego rode talmente tanto che il pacco Rcs vada legittimamente agli juventini e marchionniani Elkann che grida al colpo di stampa coreano tirando l’esausto e crepuscolare Nonno Napolitano per la giacchetta delle libertà. Ipocrisia pura. Ridicolally correct. Isteria radical chic con pacchiane patologie inguaribili del tipo antiberlusconiano.
Il solito fastidiosissimo e iperazzista muro ideologico del buono & cattivo, che sbatte all’inferno tutti coloro i dannati non la pensino come Sua Altezzosità sor Valleverde. Cioè è un pò come dire: “Se me lo piglio io, er pacchetto, trattasi di super garanzia da libera concessione di mercato e marchio limpidissimo di libertà d’espressione universalmente riconosciuta. Se lo piglia quel satrapo aristocratico e stronzo dell’Elkann, beh allora possiamo dire subito addio ad ogni benchè minimo principio di democrazia costituzionalmente riconosciuto”. E in onore di questo bizzarro dogma morale, ecco che è addirittura meglio uscire tutti dal banchetto, piuttosto che lasciar gran parte parte del piatto a quei bruttisporchicattivi degli Elkann.
Poi qualcuno ci dovrà pure spiegare cosa caspita c’entri l’intervento dello Stato (e del suo Capo) su temi e faccende che devono (o quanto meno dovrebbero) essere di unica chiara e trasparente gestione di mercato. Tanto non sarà certo quella manciata di punti percentuali in più del principal gruppo editoriale italico ad appannaggio del principale colosso industriale italico a spostare valangate di voti e d’opinione pubblica da sinistra verso destra, o viceversa. Per quello stupido ed intollerabile vizio tutto de nò altri di considerare lettori, ascoltatori e telespettatori come meri e stolti robot da poter ungere ed etichettare a piacere.
mi pare una polemica fine a sè stessa. Rcs è l’editoria. L’editoria è l’espressione. E con l’espressione si comanda un paese
è purtroppo tu sei l’espressione di questo paese, forse la peggiore.